C’erano una volta quattro primedonne della musica italiana, figure carismatiche e controcorrente che hanno dominato la scena tra fine anni ’70 e anni ’80: Anna Oxa, Marcella Bella, Donatella Rettore e Loredana Bertè.
In un’epoca di lustrini, eccessi e permanente color blu elettrico, la loro rivalità brillava di colori vivaci, quasi technicolor, alimentata tanto dai media quanto dai loro stessi caratteri di fuoco.
Queste artiste – ognuna a modo suo rivoluzionaria – hanno spesso trasformato palcoscenici e backstage in ring, scambiandosi frecciatine al vetriolo e sfide musicali.
Già nel 1979 le giovani Bertè e Rettore si contendevano i riflettori: al Festivalbar di quell’anno Donatella spopolò con Splendido Splendente mentre Loredana rispondeva con E la luna bussò.
Andò meglio a Rettore, premiata come rivelazione dell’anno grazie al suo album Brivido divino dal sound tra punk e disco, con la sua estetica androgina alla David Bowie.
Loredana replicò nel 1980 flirtando col funk di In alto mare, ma fu ancora Rettore a imporsi col provocatorio Kobra.
La resa dei conti arrivò pochi anni dopo: Sanremo 1986 mise tutte in gara sullo stesso palco, generando scintille indimenticabili.
In un dopo-festival passato alla storia, Marcella Bella – arrivata terza con Senza un briciolo di testa – ebbe un botta e risposta acidissimo con Donatella Rettore.
Quest’ultima, scontenta della competizione, aveva provocato: “Io sono una cantante che non ha bisogno di fare Sanremo”, vantandosi di poter brillare anche senza il Festival.
La stoccata non piacque a Marcella, che replicò per le rime davanti alle telecamere, difendendo l’importanza della gara.
Loredana, dal canto suo, era al debutto a Sanremo proprio in quell’edizione (sfoggiando un finto pancione provocatorio durante l’esibizione di Re) e non fu da meno nelle frecciate: quando una giornalista le riferì che altre colleghe (leggi: Rettore) lamentavano rivalità tra donne, la Bertè rispose sorniona: “Sicura che fossero donne? … Ci deve essere competitività, ma non vuol dire rivalità scorretta. Io sono la migliore, quindi devo vincere io”. Insomma, a colpi di note e battute al vetriolo, volavano stracci fra le nostre dive.
Col tempo, queste rivalità si sono stemperate, anche se ogni tanto riemergono vecchie ruggini.
Nel 2025 Donatella Rettore ha lanciato l’ennesima provocazione verso Loredana Bertè, dichiarando in TV che non le interessa duettare con lei: “Ma sono io che non voglio, è troppo vecchia. Lei si ama. È pazza di sé, che canti per sé”.
Parole al vetriolo che confermano come i rapporti tra le due restino tesi. Rettore sostiene di non aver mai attaccato Loredana per prima, ma ammette che quella rivalità nata negli anni ’80 è ancora lì, congelata nel tempo.
Dal canto suo, Bertè di recente ha ammesso in un’intervista di sentire la mancanza dell’amico di un tempo Renato Zero, con cui ha avuto un celebre litigio, ma sulle colleghe cantanti preferisce tacere.
Anche Anna Oxa non è nuova a scontri: negli ultimi anni ha incrociato la strada (e le spade) proprio con Loredana durante il serale di Amici, dove le due forti personalità si sono scontrate più volte davanti ai ragazzi del talent.
Insomma, sebbene oggi siano signore mature, il fuoco sacro (e polemico) che le animava non si è spento – e continua a regalarci aneddoti e leggende.
Ma chi sono oggi queste quattro icone? Cosa fanno, dove vivono, quali vicende personali hanno segnato le loro vite oltre le luci della ribalta? Ripercorriamo le loro storie – pubbliche e private – per scoprire cosa è successo a ognuna di loro.
Anna Oxa – La camaleonte in esilio volontario
Anna Oxa esordì appena sedicenne a Sanremo 1978 in versione “punk”, scioccando l’Italia con voce graffiante e look androgino.
Da allora ha vissuto mille metamorfosi estetiche e sonore, vincendo due Festival (nel 1989 in coppia con Fausto Leali e nel 1999 da solista) e imponendosi come una delle voci più versatili della musica leggera.
E oggi? Oxa ha scelto una vita lontana dai clamori dello showbiz, quasi da eremita artistica.
Dove vive attualmente Anna Oxa? La cantante barese si è ritirata fra le montagne della Svizzera Italiana, a Prato Leventina – minuscola frazione di Rodi, Canton Ticino – in una casa immersa nella natura e nella tranquillità.
In questo borgo di 400 anime l’eco del successo arriva ovattata: esattamente ciò che Anna cercava dopo decenni sulle scene.
Qualcuno ha malignato che la sua scelta elvetica fosse dettata da ragioni fiscali (vecchie pendenze con il Fisco italiano di cui si vociferò), ma lei ha sempre glissato, parlando piuttosto di bisogno di equilibrio e riservatezza. “
“Vivo tra le montagne, lontana dai riflettori, perché ho bisogno di spazio e libertà”
Un altro aspetto poco noto è che Anna Oxa possiede anche la cittadinanza albanese. Perché Anna Oxa ha cittadinanza albanese? Il suo vero cognome all’anagrafe è infatti Hoxha, eredità di un padre di origini albanesi.
Nel dicembre 2020 Anna si è recata a Kruja, città natale del padre, e in quell’occasione il premier Edi Rama le ha consegnato il passaporto albanese, conferendole ufficialmente la cittadinanza.
È stato un modo per riconoscere e onorare le sue radici: lei stessa ha raccontato di essersi sempre sentita “straniera in Italia”, quasi “rifugiata nel paese dove ero nata” – parole forti che spiegano il suo legame identitario con l’Albania.
Non a caso, Oxa ha voluto che anche i suoi due figli avuti dal batterista Gianni Belleno ottenessero la cittadinanza albanese, per mantenere vivo quel filo con la terra degli avi.
Cosa è successo ad Anna Oxa negli ultimi anni? Dopo i fasti e gli eccessi della notorietà, Anna ha attraversato un periodo di silenzio mediatico e di allontanamento volontario.
La sua carriera è stata fatta di alti, bassi e improvvise sparizioni dalle scene, il tutto nel segno di un’indipendenza assoluta.
Negli anni 2000 ha pubblicato musica più di nicchia e si è dedicata a sperimentazioni spirituali, apparendo col contagocce in TV.
Una svolta discussa fu la sua partecipazione a Ballando con le stelle nel 2013, finita in polemica e con un infortunio al ginocchio che la costrinse al ritiro – e a una battaglia legale con la produzione.
Da allora Oxa è diventata molto selettiva: riappare solo se ha qualcosa da dire, da cantare, da raccontare davvero evitando il circo del gossip. Questo l’ha resa una figura quasi mitologica, avvolta nel mistero.
Nel 2023 Anna Oxa ha rotto un lungo digiuno tornando in gara a Sanremo con il brano mistico Sali (Canto dell’anima), suscitando però critiche feroci e piazzandosi ultima.
Coerente con sé stessa, Anna ha rifiutato interviste durante il Festival (snobbando persino la madrina Giovanna Civitillo subito dopo l’annuncio in diretta) e ha parlato solo a bocce ferme, in un’unica intervista “impossibile” a Belve.
Insomma, la Oxa resta ribelle e imprevedibile, un’artista che antepone la dignità alle logiche dello spettacolo.
Oggi, superati i 60 anni, si gode il suo buen retiro svizzero e la compagnia dei figli, lontana dalle “dynamics da gossip” che lei tanto detesta.
Uno sguardo alla vita privata di Anna Oxa ci rivela una donna passionale e libera anche nei sentimenti. Si è sposata tre volte: prima con il musicista Franco Ciani, poi con l’imprenditore kosovaro Behgjet Pacolli (all’epoca futuro Presidente del Kosovo) e infine con Marco Sansonetti, che in principio era la sua guardia del corpo.
Tutti e tre i matrimoni sono naufragati – l’ultimo, celebrato in abito nero nel 2006 con il giovane Sansonetti, è finito nel 2009 – ma Anna li ha vissuti intensamente e senza rimpianti.
Dal legame con Gianni Belleno (storico batterista dei New Trolls) – relazione importante sebbene i due non si siano sposati – Anna Oxa ha avuto due figli, Francesca e Qazim, che oggi rappresentano il suo centro di gravità.
Madre affettuosa e molto discreta, la Oxa ha sempre tenuto i figli lontani dai riflettori, proteggendo la propria privacy con ferrea determinazione.
Non ha profili social ufficiali, preferendo comunicare tramite il sito della sua società Oxarte. Attualmente non si conoscono nuovi amori all’orizzonte (lei stessa ha dichiarato di essere felicemente sola e dedicata alla famiglia dal 2009 in poi).
Marcella Bella – La voce sincera tra famiglia e palcoscenico
Marcella Bella, potente interprete siciliana, è emersa giovanissima nei primi anni ’70 (indimenticabile la sua Montagne verdi presentata a Sanremo 1972).
A differenza delle colleghe più trasgressive, Marcella ha incarnato l’immagine della cantante passionale ma posata, lontana dagli eccessi punk.
Ciò non le ha impedito di entrare nel mito e di togliersi qualche sassolino nella scarpa nelle famose rivalità fra dive.
Si ricorda ancora quel duello verbale di Marcela con la Rettore al dopo-Festival ’86: quando Donatella con arroganza proclamò di poter fare a meno di Sanremo, Marcella – che in quella edizione aveva conquistato il podio – non le mandò a dire, rimbeccandola a dovere.
Fu uno dei pochi momenti in cui la Bella perse la proverbiale pazienza, mostrando che dietro i suoi acuti melodici c’era anche un carattere di ferro.
Per il resto, Marcella ha sempre preferito concentrarsi sulla musica e sulla famiglia, evitando platealmente le faide dello showbiz.
Negli ultimi tempi il pubblico del web sembra essersi posto alcune domande curiose su di lei, generando persino equivoci.
Quando ha avuto l’ictus Marcella Bella? – chiedono in molti. La risposta è semplice: mai. Marcella non ha mai subito un ictus né ha sofferto di malattie gravi, fortunatamente.
Il fraintendimento nasce dal fatto che nel 2010 fu suo fratello, il celebre cantautore Gianni Bella, ad essere colpito da un ictus che compromise la sua capacità di parlare e lo costrinse a interrompere la carriera.
Quella tragedia familiare segnò profondamente Marcella, molto legata a Gianni sia affettivamente sia professionalmente (insieme hanno scritto tante hit). Ma personalmente, Marcella non ha mai avuto problemi di salute comparabili, al punto da essere ancora oggi in grande forma sulla soglia dei settanta.
Dunque, a chi si chiede “che malattia aveva Marcella Bella?”, la risposta è: nessuna, al di là dei normali acciacchi affrontati col sorriso. Anzi, Marcella si è ripresentata sul palco dell’Ariston dopo ben 18 anni di assenza: Sanremo 2025 l’a vedrà ‘ha vista in gara con il brano Pelle diamante, un inno femminista dedicato alle donne forti e indipendenti, prova che la grinta non le manca affatto.
Passiamo alla vita privata. Chi è il marito di Marcella Bella? Marcella è sposata dal 1989 con Mario Merello, imprenditore milanese di 11 anni più grande di lei.
La loro storia sembra un romanzo: si conobbero sulle nevi di Madonna di Campiglio alla fine degli anni ’70, quando lei era poco più che ventenne e lui un uomo maturo già sposato.
Il colpo di fulmine fu tale che Mario lasciò la sua precedente famiglia per stare con Marcella.
Nel 1980, prima ancora delle nozze, nacque il loro primo figlio Giacomo, seguito negli anni ’90 da Carolina e Tommaso.
Un amore fuori dagli schemi e scandito da qualche scandalo all’epoca (lei ragazza madre in un’era ancora “bacchettona”, ma che ha superato la prova del tempo: oggi sono ancora uniti e innamorati, dopo oltre quarant’anni insieme.
Marcella ha spesso descritto il marito come una persona schiva, aliena al mondo dello spettacolo, lavoratore infaticabile ma capace di farla sentire sempre amata.
Dalla sua stabilità coniugale ha tratto la forza per affrontare le tempeste della vita pubblica.
La cantante non ha mai nascosto di essere gelosa del suo Mario (“Tra noi c’è sempre quel gioco amoroso dei primi anni, faccio ancora la gelosa” ha confessato ridendo a riprova che il loro legame è vivo e appassionato.
In un’epoca di amori lampo, la storia d’amore Merello-Bella spicca come esempio di solidità.
In che città vive Marcella Bella? Forse non tutti sanno che Marcella e il marito hanno scelto un luogo insolito come nido d’amore: oggi vivono sull’isola di Ibiza, in Spagna.
Proprio così: la coppia, dopo anni trascorsi a Milano per motivi di lavoro, si è trasferita nella più tranquilla e soleggiata Ibiza, dove già risiede la figlia Carolina e dove Marcella può dedicarsi alle sue passioni lontano dallo stress cittadino.
Questo dettaglio può sorprendere, ma testimonia la voglia di cambiamento e la natura cosmopolita della famiglia Bella.
Del resto, Marcella è sempre stata cittadina del mondo: originaria di Catania, adottata da Milano per la carriera e ora isolana felice nelle Baleari.
Oggi Marcella si divide tra la vita familiare e qualche incursione televisiva: negli ultimi anni l’abbiamo vista in programmi musicali revival e come giurata in show canori, perché la sua esperienza è preziosa per le nuove generazioni.
La dimensione privata però rimane centrale: nonostante la fama, Marcella ha anteposto il ruolo di moglie e madre, crescendo tre figli lontano dalle cronache rosa.
Ora che i ragazzi sono adulti (uno addirittura vive a Singapore, un’altra – come detto – a Ibiza), Bella si permette di pensare un po’ più a sé: e quale miglior modo se non tornare a Sanremo con una canzone che celebra la forza delle donne?
Insomma, la ragazza del Sud dalla voce graffiante è ancora qui, pronta a emozionare con la sua verità artistica e umana, senza un briciolo di ruggine.
Donatella Rettore – L’irriverente sopravvissuta
Capelli biondo platino sparati in aria, look stravaganti tra latex e paillettes, Donatella Rettore – o più semplicemente Rettore, come ama farsi chiamare – è stata la provocatrice glam per eccellenza del pop italiano.
Negli anni ’80 lanciava hit scandalo come Kobra e Lamette, cantando di serpenti e autolesionismo con malizia e ironia.
La rivalità Tra Rettore e Loredana Bertè è materiale da leggenda: due anime ribelli e insofferenti alle regole, inevitabilmente attirate in un continuo confronto-scontro.
Rettore però sostiene che fu Loredana a “farsi il film” della loro contrapposizione.
“La rivalità? È una cosa che si è inventata Loredana, poi ha continuato a crederci ed è diventata realtà. Io non mi sento affatto in competizione”
Peccato che poi, quando le è stato proposto davvero, Donatella abbia tirato fuori la lingua biforcuta che ben conosciamo.
“Un duetto con Loredana? No, è troppo vecchia. Lei è pazza di sé, che canti per sé”.
Inutile dire che la chance di una pace è sfumata tra le scintille di questa ennesima frecciata.
D’altra parte, fa parte del personaggio: Rettore non le manda a dire e a 68 anni ha la stessa verve iconoclasta di quando ne aveva 28.
Ma cosa è successo a Donatella Rettore negli ultimi tempi? La parola chiave è resilienza. Dietro l’apparenza da eterna ragazzina punk, Donatella ha dovuto combattere battaglie molto serie, in primis per la salute.
Nel 2020, in piena pandemia, Donatella Rettore ha scoperto quasi per caso di avere un tumore al seno – quello che lei ha definito con la consueta ironia “un chicco di riso piccolo ma scatenato e cattivo”.
In marzo, durante il lockdown, Donatella Rettore è stata operata d’urgenza due volte all’Istituto Oncologico Veneto, perché dopo il primo intervento l’esame istologico non era rassicurante.
Fortunatamente l’hanno “presa in tempo”: Donatella ha elogiato i medici “di grande competenza e amore per gli esseri umani” che le hanno salvato la vita.
Dopo la doppia operazione, ha affrontato controlli e terapie con coraggio, senza mai perdere la voglia di vivere né – tantomeno – quella di cantare.
Due anni dopo, nel 2022, è tornata trionfalmente sul palco di Sanremo (dopo 28 anni di assenza) a ballare e divertirsi col brano Chimica in coppia con Ditonellapiaga.
Una Donatella rinata, che ha voluto “testimoniare la vita” e lanciare un messaggio di speranza dalla vetrina più pop d’Italia.
In quell’occasione ha anche invitato tutti alla prevenzione: lei si è salvata grazie a un controllo di routine e non smette di ricordare l’importanza degli esami periodici e del sostenere la ricerca oncologica.
Rettore ha trasformato la propria malattia in una battaglia pubblica, da vera guerriera glam quale è.
Non è tutto: Donatella convive da sempre con una patologia ereditaria, la talassemia (una forma di anemia mediterranea).
La scoprì a 29 anni, all’apice del successo e questo le ha causato negli anni non pochi problemi di energia e salute.
Ha dovuto adattare il suo stile di vita, fare i conti con periodiche necessità di riposo e cure supplementari, ad esempio ricoverandosi nel 2022 per una forte anemia (legata proprio alla talassemia) che la costrinse a cancellare alcuni concerti.
Nonostante ciò, non si è mai “lasciata prendere dallo sconforto e dalla paura”. Al contrario, ha continuato a esibirsi con la solita grinta, dimostrando che nulla può fermare la Rettore.
E sul fronte privato? Chi è il marito di Donatella Rettore? Dietro la sua immagine eccentrica, Donatella nasconde una storia d’amore bellissima e longeva. Da quasi 50 anni al suo fianco c’è Claudio Rego, musicista e autore (sue le musiche di Splendido Splendente e Kobra, tanto per dire).
I due si conobbero nei primi anni ’70 durante un concerto rock, e inizialmente – racconta lei – “c’era antipatia”.
Eppure, dopo essersi rincontrati a un festival, non si sono lasciati più. Hanno convissuto per decenni e infine, nel 2005, sono convolati a nozze ufficiali.
Claudio non è solo il marito innamorato, ma anche il partner artistico con cui Rettore ha condiviso praticamente tutta la carriera: una coppia nella vita e nella musica.
Non hanno avuto figli, purtroppo. Donatella ha confidato di aver subito un aborto spontaneo proprio durante un Sanremo di molti anni fa, un dolore che l’ha segnata.
In seguito, a causa anche dei suoi problemi di salute (la talassemia comporta complicazioni per una gravidanza), lei e Claudio hanno rinunciato ad avere bambini biologici e i tentativi di adozione non sono andati a buon fine.
“Abbiamo adottato affettivamente i fan”, ha scherzato lei – e in effetti Rettore ha un seguito di pubblico così affezionato da poterlo definire famiglia.
La coppia condivide inoltre l’amore per gli animali, in particolare i cani: a casa Rego-Rettore non mancano mai amici a quattro zampe con cui Donatella si diletta nell’agility dog durante il tempo libero.
Oggi Donatella e Claudio vivono ancora nella loro terra d’origine, a Castelfranco Veneto (in provincia di Treviso), dove lei nacque nel 1955 e dove è tornata a stabilirsi lontano dalla frenesia di Roma o Milano.
Donatella conduce una vita abbastanza riservata, concedendosi giusto le apparizioni artistiche e qualche ospitata in TV (recentemente la vediamo spesso su Rai1 a raccontare aneddoti, segno che la sua verve narrativa è intatta).
A 70 anni meno due, Rettore rimane una leggenda ribelle: pungente nelle interviste, scatenata sul palco e autoironica come poche.
La malattia l’ha resa più forte, a suo dire.
“Sei vivo, e quando sei vivo devi fare cose… tirare fuori tutta la forza che hai in corpo”
Lei è l’esempio vivente di questa filosofia. Con quella forza ha affrontato e vinto molte battaglie – e siamo certi che non abbia alcuna intenzione di appendere il microfono al chiodo.
Loredana Bertè – L’eterna rocker tra gloria e dannazione
Se c’è una figura davvero rock nella musica pop italiana, questa è Loredana Bertè. Sorella minore di Mia Martini, compagna di avventure di Renato Zero nei mitici anni ’70 romani, Loredana ha sempre vissuto come se ogni giorno fosse l’ultimo: trasgressiva, eccessiva, passionale fino all’autodistruzione.
Basti pensare ai suoi look (minigonne vertiginose, calze a rete, capelli blu prima che diventassero moda) o ai live infuocati in cui rompeva gli schemi della TV benpensante.
Ma la vita le ha presentato conti salatissimi. Cosa è successo a Loredana Bertè nel suo tormentato percorso? Molto, nel bene e nel male.
Gli anni ’90 hanno segnato il punto più basso: la morte improvvisa dell’adorata sorella Mia Martini nel 1995 fu per Loredana un colpo devastante, dal quale non si è mai davvero ripresa.
La Bertè ha denunciato più volte la cattiveria dell’ambiente musicale che ostracizzò Mia (vittima di assurde dicerie) e ha covato rabbia verso chi – a suo dire – avrebbe potuto salvarla e non l’ha fatto. Tra questi, anche l’amico di sempre Renato Zero: un’amicizia fraterna nata negli anni ’70 a Roma e finita in frantumi nel 1996.
Perché Loredana Bertè e Renato Zero hanno litigato? Ufficialmente, la rottura avvenne durante la lavorazione di un album di Loredana.
Renato si era offerto di produrle il disco, ma nacquero divergenze artistiche sui testi e tutto naufragò.
Si passò dalle parole alle carte bollate: Loredana accusò Renato Zero di averle rubato i diritti di alcune canzoni che lei aveva scritto nel suo studio, e addirittura lo portò in tribunale.
“A un certo punto, quando non si riusciva più a parlare, siamo stati costretti a urlare. Renato non capisce di rock e l’ho dovuto denunciare… situazione gravissima” – (ilgiornale.it)
Dopo 35 anni di amicizia, calò il gelo. Da allora i due non si sono più parlati per decenni, malgrado vari tentativi di mediazione.
Zero nel 2020 dichiarò lapidario: “Abbiamo preso strade diverse, lei vive la sua vita e io la mia”, quasi a mettere la parola fine.
Di recente, come accennato, Loredana in TV ha teso una mano dicendo che Renato le manca e che sarebbe pronta a fare pace “dipende da lui”.
Zero, informato dell’appello, ha risposto con la consueta ironia.
“Ho notato che da quando non la frequento più, lei è migliorata tantissimo. Evidentemente dobbiamo continuare ad amarci a distanza”.
Chissà se un giorno questi due ex ragazzi di via Margutta riusciranno a seppellire l’ascia di guerra. Nel frattempo, quella lite resta una ferita aperta nella vita di Loredana, già segnata dal lutto di Mia.
Gli anni 2000 per la Bertè sono stati altalenanti: qualche buco nero (periodi di depressione, storie tese con case discografiche, album cancellati) e molte risalite.
Nel 2002 sconvolse Sanremo presentandosi sul palco con l’abito da sposa che Mia Martini avrebbe dovuto indossare a Sanremo ’95 (un gesto commovente ma anche disturbante per molti).
Nel 2004, in un momento di difficoltà economica, accettò di partecipare al reality Music Farm, mostrando senza filtri le sue fragilità in diretta TV.
Ne uscì a pezzi, tanto che poco dopo tentò il suicidio – episodio drammatico poi superato grazie anche all’aiuto di Renato Zero (che, pur non più amico stretto, corse a trovarla in ospedale).
Da vera combattente, Loredana ha saputo ricostruirsi. Negli ultimi dieci anni ha vissuto una seconda giovinezza artistica: nuovi album di successo, collaborazioni con star più giovani (indimenticabile la hit reggae Non ti dico no con i Boomdabash nel 2018) e tournée sempre sold out. Il pubblico delle nuove generazioni la adora come icona alternativa, paladina dei diritti (sua la celebre Il mare d’inverno che denuncia il dramma dell’inquinamento).
Nel 2021 è uscito un docufilm sulla sua vita, LB – La mia storia, che l’ha consacrata definitivamente come leggenda vivente, con tutti i suoi eccessi e dolori.
E sul fronte personale? Qui le vicende sono degne di un romanzo rock. Quanti mariti ha avuto Loredana Bertè? Formalmente due.
Il primo matrimonio, quasi da favola (o da film di James Bond), fu con Roberto Berger, rampollo dell’impero del caffè Hag.
Si sposarono nel 1983 ai Caraibi, alle Isole Vergini, con cerimonia da sogno – ma il sogno durò poco: quattro anni dopo Loredana lo lasciò.
Scoprì, pare, che lui le aveva nascosto la sua vera identità di ricchissimo erede, e la cosa non le andò giù.
In realtà quella con Berger fu un’unione più sulla carta che nella realtà: “Non ho mai vissuto con lui” rivelò poi Loredana, accusandolo di non essere mai stato all’altezza del ruolo di marito.
Ben più celebre il secondo matrimonio, quello con il campione di tennis Björn Borg. Loredana conobbe il mitico Borg su un volo per New York alla fine degli anni ’80: scoccò la scintilla tra la rockstar e lo sportivo (presentati, curiosamente, dall’ex di lei Adriano Panatta) e i due fecero scalpore.
Si sposarono nel 1989, ma fu un matrimonio tempestoso e drammatico: litigi furibondi, depressione, persino un tentato suicidio di Borg nel 1988 prima delle nozze.
Loredana raccontò di aver vissuto anni d’inferno, fino alla separazione nel 1992. Come se non bastasse, la vicenda finì in tribunale anni dopo: nel 2002 Borg si risposò in Svezia e Loredana lo accusò addirittura di bigamia (sostenendo che il loro matrimonio caraibico fosse valido e lui non l’avesse mai sciolto).
Insomma, un epilogo amaro.
Da quell’esperienza Loredana uscì molto provata: non ha mai avuto figli, nonostante li desiderasse, perché Borg – lei dice – non ne voleva “di non svedesi”.
Dopo Borg, la Bertè non si è più risposata né risultano altri matrimoni ufficiali. Ha avuto varie relazioni (negli anni ’70 con il collega Mario Lavezzi, una storia con Red Canzian dei Pooh, un flirt giovanile con Panatta, legami mai confermati con altri musicisti), ma nessun terzo marito.
Oggi, alla domanda “chi è il fidanzato di Loredana Bertè?” la risposta è: nessuno.
Loredana è felicemente single e, a quanto afferma, persino “casta da 10 anni”.
“Sono arrivata a un’età in cui non me ne frega più niente di niente” ha confessato schiettamente, spiegando di aver chiuso col capitolo amori e di non sentirne la mancanza.
Una dichiarazione in puro stile Bertè: brutale, sincera, disincantata.
Del resto, dopo due matrimoni burrascosi e tante delusioni, la regina del rock pare aver trovato la pace solo con sé stessa.
Dal punto di vista della salute, anche Loredana ha avuto i suoi grattacapi. Negli ultimi anni si è dovuta fermare per alcuni problemi fisici: nel 2019 fu ricoverata d’urgenza per un’ernia addominale che la costrinse a cancellare parte di un tour, e più di recente – a marzo 2024 – è finita di nuovo in clinica per un malore improvviso.
Lei stessa ha rassicurato i fan dicendo: “Tranquilli, non mollo. Continuerò a lavorare e a fare quello che amo”, con il suo consueto spirito combattivo.
Insomma, la Bertè non alza bandiera bianca.
Ormai settantacinquenne, con qualche acciacco ma con l’energia di sempre, Loredana continua a calcare i palchi (ha in programma un nuovo tour teatrale) e a far parlare di sé.
Ogni tanto Loredana Bertè spunta in TV come giudice o ospite – leggendaria la sua partecipazione ad Amici nel 2015, quando non esitò a bacchettare cantanti e coach con giudizi tranchant – segno che la lingua tagliente è rimasta quella di un tempo.
Chi la conosce da vicino la descrive come una donna di grande cuore, generosa e sensibile, nascosta dietro la corazza da dura.
Le piace vivere in modo appartato quando può: attualmente alterna la sua base milanese con lunghi soggiorni in Puglia, terra che ama, ospite di amici cari.
Loredana Bertè ha i suoi rituali: ogni anno organizza un concerto in ricordo di Mia Martini per esorcizzare il dolore e trasformarlo in musica. Il suo rapporto con il passato è complicato – a volte rinnega vecchie canzoni o litiga con i ricordi – ma allo stesso tempo si nutre di esso.
Loredana incarna la “memoria semantica” della nostra cultura pop: in ogni sua performance lei porta sul palco tutti i significati, i miti, le contraddizioni di un’epoca. Una soul sister sputafuoco, capace di vomitare verità al microfono senza filtri né ipocrisie.
Quel che è certo è che Loredana Bertè non ha mai smesso di lottare: contro le ingiustizie (vere o percepite), contro i pregiudizi (fu tra le prime a portare temi come la libertà sessuale e la follia in canzone), contro i propri demoni interiori.
La sua vita è stata un ottovolante, ma lei è sempre lì, con quei capelli blu e quello sguardo fiero, a ricordarci che Non è una signora – e mai lo sarà. E meno male, aggiungiamo noi.
Rivalità in technicolor: realtà o mito?
Ripercorrendo le vicende di Oxa, Bella, Rettore e Bertè, viene da chiedersi: ma questa rivalità di cui tanto si parla, era realtà o costruzione mediatica? Probabilmente entrambe le cose.
Certo, negli anni ’80 la stampa musicale (e non solo) amava enfatizzare ogni frecciatina, contribuendo a dipingere le quattro come acerrime rivali in perenne competizione.
Titoli sensazionalistici, pettegolezzi gonfiati, fan club schierati: il copione era servito. Eppure, a ben vedere, ognuna di loro percorreva una strada artistica diversa:
- Oxa la trasformista sofisticata;
- Bella la voce melodica della tradizione;
- Rettore la dissacrante popstar glam;
- Bertè la rocker sanguigna.
Più che quattro galline nel pollaio, erano quattro leonesse in territori distinti, pronte però a ruggire se qualcuna invadeva lo spazio altrui.
Non sono mancati riferimenti incrociati nascosti nei testi delle loro canzoni, almeno secondo i fan più attenti.
Ad esempio, c’è chi sostiene che la Bertè in Musica e parole lanciasse una frecciata velata a certi “cantanti col cobra” (allusione a Rettore), o che Rettore in Primadonna giocasse a parodiare le colleghe più cool.
Ma al di là di queste interpretazioni, l’aneddotica confermata resta quella già raccontata: le stilettate verbali nelle interviste.
Marcella vs Rettore nel 1986 l’abbiamo vista, così come Rettore vs Bertè a distanza di anni (vedi il “troppo vecchia” del 2025) e Oxa vs Bertè ad Amici.
Curiosamente, non risultano screzi noti tra Anna Oxa e Donatella Rettore – forse perché le due hanno operato in circuiti differenti, o magari perché sarebbe stato troppo persino per il pubblico vederle litigare (due vulcani insieme!).
Marcella Bella, dal canto suo, fuori da quell’episodio isolato con Rettore è sempre rimasta in buoni rapporti con tutte: anzi, in più occasioni ha cantato cover delle colleghe (celebre la sua versione di E la luna bussò in un programma TV, accolta dall’abbraccio di Loredana stessa). Segno che col tempo la rivalità si è stemperata in reciproca stima.
Queste quattro donne straordinarie hanno segnato un’epoca. Le loro rivalità – vere, presunte o esagerate che fossero – hanno aggiunto pepe a una scena musicale indimenticabile, un’epoca di cui oggi si ha quasi nostalgia per la quantità di talento e personalità in gioco.
Oxa, Bella, Rettore e Bertè: quattro nomi, quattro capitoli di storia dello spettacolo italiano, quattro primedonne che non hanno mai accettato di fare da coriste a nessuno.
Ognuna ha cantato la propria vita a modo suo, pagando il prezzo delle proprie scelte coraggiose.
Se le mettiamo idealmente tutte insieme su un palco, immaginiamole come i quattro elementi:
- Anna Oxa l’aria (imprevedibile e cangiante);
- Marcella Bella la terra (radicata nella famiglia e nella tradizione);
- Donatella Rettore il fuoco (irriverente e bruciante);
- Loredana Bertè l’acqua (travolgente e incostante come le onde del mare d’inverno).
Quattro elementi diversi che quando si incontrano possono scontrarsi, ma anche dar vita a qualcosa di unico.
Rivalità in technicolor, dunque, ma anche rispetto e destini incrociati. Chissà se un giorno le vedremo tutte insieme mangiarsi una pizza tranquille e sorridere di quei vecchi screzi.
Nel frattempo, a noi resta la loro musica – immortale – e l’esempio di una generazione di artiste libere e indomite.
Come cantava Loredana, “Non sono una signora, ma una per cui la guerra non è mai finita”: parole che, in fondo, potrebbero sottoscrivere anche Anna, Marcella e Donatella. E meno male che quella guerra l’hanno combattuta a colpi di canzoni memorabili. O altro che “strage del sabato sera”.
Fonti:
- Oggi;
- PopcornTV;
- DonnaGlamour,
- Albanianews;
- Gente;
- Lettera43;
- Corriere della Sera;
- Corriere di Arezzo;
- il Giornale;
- Rockol;
- iO Donna.