Immaginate un piccolo club inglese nel 1977: l’atmosfera è elettrica, sudore e birra ovunque.
All’improvviso, un boato simile a quello di Anfield dopo il gol di un attaccante del Liverpool scuote le pareti: sul palco ci sono i Jam e il pubblico esplode in un’ovazione viscerale.
Paul Weller ringhia nel microfono come se stesse decidendo le sorti del rock a colpi di Rickenbacker, mentre la folla impazzita risponde coro su coro – un pandemonio degno di una finale di coppa.
È Live Forever? No, è In the City, primo singolo dei Jam, ma l’effetto è lo stesso: pura euforia generazionale.
Se gli anni Novanta hanno avuto i loro eroi nei fratelli Gallagher, capaci di far cantare 70.000 persone al Principality Stadium di Cardiff, gli Ottanta hanno avuto i Jam a incendiare club e classifiche con la stessa intensità provocatoria.
Punk, Mod, Jam
The Jam – una formazione punk britannica emersa sul finire degli anni ’70 – rappresentarono il punto d’incontro tra la rabbia del punk e l’estetica Mod.
Sulla scena di quegli anni dominata da spilli e giubbotti di pelle, i Jam si presentarono in giacca e cravatta, ma con l’energia di un’esplosione: furono protagonisti della scena punk/new wave e tra i principali artefici della rinascita del modernismo musicale britannico.
La band era capitanata da un Paul Weller poco più che ventenne (voce e chitarra), affiancato da Bruce Foxton al basso e da Rick Buckler, storico batterista del trio, che pestava sui tamburi con la precisione e la furia di un motore diesel impazzito.
In pochi anni i Jam divennero un fenomeno di massa nel Regno Unito: hanno piazzato 18 singoli consecutivi nella Top 40 britannica tra il 1977 e il 1982, con ben quattro #1 in classifica (Going Underground, Start!, Town Called Malice, Beat Surrender).
Ma come tutte le leggende rock che si rispettino, anche la parabola dei Jam fu intensa e brevissima.
Nell’autunno 1982, all’apice del successo e dopo aver pubblicato l’album The Gift, Paul Weller fece la mossa shock: sciolse la band.
Niente litigi plateali, niente scandali – solo la decisione di voltare pagina, lasciando i fan sbigottiti e orfani di un’intera epoca fatta di tre accordi.
Weller passò ad altri progetti (Style Council, una carriera solista venerata), mentre Buckler e Foxton tentarono nuove strade. I Jam uscirono di scena giovani e con stile, consegnando però alla storia un catalogo di canzoni immortali e un modello per le generazioni a venire.
Britpop, gloria pristina e disastri notturni: la saga degli Oasis
Flashforward fino agli anni Novanta. Dalle ceneri del rock degli anni ’80 sorgono gli Oasis, pronti a rivendicare il trono britannico.
La storia degli Oasis comincia a Manchester nel 1991: Liam Gallagher mette in piedi una band e chiama in aiuto il fratello maggiore Noel, che accetta a patto di prenderne il comando – diventandone the boss e il compositore principale. Ed è proprio Noel Gallagher, il leader degli Oasis nonché penna ispirata, a plasmare il destino del gruppo: i due fratelli (vulcanici e rissosi fin dal giorno zero) iniziano a sfornare brani destinati a entrare nella leggenda.
Già nel 1994, con l’album di debutto Definitely Maybe, gli Oasis conquistano le classifiche, e l’anno seguente (What’s the Story) Morning Glory? regala ai giovani dell’epoca quelli che sarebbero diventati manifesti generazionali istantanei, come Wonderwall e Don’t Look Back in Anger.
Tra i singoli più amati e di maggior successo degli Oasis spiccano Wonderwall, Don’t Look Back in Anger, Champagne Supernova e Live Forever.
Il nome Oasis nasce da un’illuminazione casuale: Liam vide un poster di un centro sportivo chiamato Oasis Leisure Centr, e decise che quel nome evocava un rifugio nel deserto del quotidiano – un’oasi nel nulla.
Un po’ buffo, dato che la carriera degli Oasis fu tutto tranne che serena: litigi, insulti, risse nei camerini e infine una rottura brutale nel 2009. Noel se ne andò sbattendo la porta, lasciando milioni di fan senza una chiusura.
Oasis e la reunion del secolo: Cardiff, 2025
E poi… boom! Dopo una pausa di 16 anni – in realtà 14 dal loro scioglimento nel 2009 – Liam e Noel Gallagher, rispettivamente 52 e 58 anni, si rialzano sul palco di Cardiff il 4 luglio 2025, con un boato quasi primordiale da parte di 74.500 fan sold‑out.
Al di là di ogni più ottimistico proposito, la magia è quella del primo giorno: i fratelli Gallagher entrano sul palco mano nella mano, segno eloquente di un quadro tanto cinematografico quanto improbabile dopo anni di scontri pubblici .
Liam, con parka verde e Noel con aria glaciale e chitarra al braccio, sembrano sacerdoti del rock che officiamo un rito collettivo, benedetto dallo spirito universale del grande britpop.
Scaletta completa – Oassis al Principality Stadium, Cardiff 2025
Set principale:
- Hello
- Acquiesce
- Morning Glory
- Some Might Say
- Bring It On Down
- Cigarettes & Alcohol
- Fade Away
- Supersonic
- Roll with It
- Talk Tonight
- Half the World Away
- Little by Little
- D’You Know What I Mean?
- Stand by Me
- Cast No Shadow
- Slide Away
- Whatever
- Live Forever (dedicata a Diogo Jota, attaccante del Liverpool recentemente scomparso – un momento di struggente commozione)
- Rock ’n’ Roll Star
Encore:
20. The Masterplan
21. Don’t Look Back in Anger
22. Wonderwall
23. Champagne Supernova
Nessun insulto, nessuna chitarra spaccata: solo la consapevolezza di essere tornati per scrivere una pagina nuova.
Noel più ispirato che mai, Liam in forma vocale sorprendente e il pubblico pronto a cantare ogni singola parola.
La stampa ha già parlato di “evento generazionale”, i fan lo chiamano “il concerto della vita”. E noi? Ci siamo sentiti vivi.
The Guardian – recensione in stile “live blog” sulla serata di Cardiff
“Oasis kicked off their highly anticipated reunion tour with a triumphant and emotional performance at Cardiff’s Principality Stadium, marking their first concert together in 16 years. The show opened with the track ‘Hello’ and ended poignantly with ‘Champagne Supernova,’ generating an ecstatic response from fans, many of whom traveled from around the globe… Despite minimal visible interaction between brothers Noel and Liam Gallagher, the setlist delivered a powerful wave of nostalgia…”
The Guardian – riassunto critico post-show
“Critics from major UK publications unanimously awarded five‑star reviews, praising the band’s energy, emotional resonance, and the undeniable impact of their iconic hits like ‘Wonderwall’, ‘Supersonic’, ‘Cigarettes & Alcohol’, and ‘Morning Glory.’ Descriptions of the event ranged from ‘magically, exhaustingly uplifting’ to ‘biblical, celestial, majestical,’ attesting to the overwhelming emotional and nostalgic experience.” theguardian.com
The Independent / NME
“Oasis’ reunion after 16 years has been unanimously praised by music critics. The band’s concert in Cardiff has been described as an epic Britpop experience […] Hits like ‘Don’t Look Back in Anger’, ‘Wonderwall’, and ‘Champagne Supernova’ rounded off the evening to the great delight of the audience. […] Despite Liam and Noel Gallagher exchanging only a token gesture, there were no signs of old grudges.”
The Times – riflessioni su musica e atmosfera
“Oasis’s reunion concert in Cardiff’s Principality Stadium on July 4, 2025, marked a triumphant return for the Gallagher brothers… The band opened with ‘Hello’ and delivered a set full of nostalgic anthems, including ‘Morning Glory,’ ‘Some Might Say,’ ‘Cigarettes and Alcohol,’ ‘Supersonic,’ and ‘Live Forever.’ Liam and Noel Gallagher remained mostly separate on stage, yet their musical synergy re‑emerged effortlessly… Emotional moments were interspersed with powerful crowd sing‑alongs, culminating in classic hits like ‘Wonderwall’ and ‘Champagne Supernova.’ Though they exchanged few words, a final on‑stage hug symbolized hope for continued collaboration.”
Oasis al Principality Stadium di Cardiff: i momenti iconici della serata live del 2025
- Hello che inaugurava la serata con una ritmica epica e sincera: “It’s good to be back” si sentiva fin nelle viscere;
- Live Forever dedicata a Diogo Jota con la sua foto proiettata sul led, diventando tributo e coro condiviso;
- Noel canta i suoi cavalli di battaglia da solo (Talk Tonight, Half the World Away, The Masterplan), cogliendo applausi scroscianti;
- Il finale in crescendo con Don’t Look Back in Anger, Wonderwall, Champagne Supernova è stato un trionfo di cori, lacrime e applausi che non accennavano a finire.
Prossimi passi dell’Oasis Live ’25 Tour

Il tour – chiamato Oasis Live ’25 Tour – comprende 41 date in tutto il mondo (UK, Irlanda, USA, Canada, Australia, Sud America, Asia) e terminerà il 23 novembre 2025 a San Paolo.
L’apertura a Cardiff spiana la strada a una tournée monumentale, ancora sotto l’ombra del Britpop ma con un respiro internazionale.
Ecco il calendario completo aggiornato del tour Oasis Live ’25, con 41 date già confermate e sold‑out in tutto il mondo (stadio e sedi specifiche), tratto dalle fonti più recenti:
Regno Unito e Irlanda – Luglio–Agosto 2025
- 4–5 luglio – Cardiff, Principality Stadium
- 11, 12, 16, 19, 20 luglio – Manchester, Heaton Park
- 25, 26, 30 luglio – Londra, Wembley Stadium
- 2–3 agosto – Londra, Wembley Stadium
- 8–12 agosto – Edimburgo, Murrayfield Stadium (8, 9, 12)
- 16–17 agosto – Dublino, Croke Park
(questi 17 show iniziali UK/Irlanda)
Nord America – Agosto–Settembre 2025
- 24–25 agosto – Toronto, Rogers Stadium
- 28 agosto – Chicago, Soldier Field
- 31 agosto – 1 settembre – East Rutherford, MetLife Stadium
- 6–7 settembre – Rose Bowl, Pasadena (Los Angeles)
- 12–13 settembre – Città del Messico, Estadio GNP Seguros
(9 date nordamericane)
Europa (ritorno a Londra) – Settembre 2025
- 27–28 settembre – Londra, Wembley Stadium
(due serate aggiuntive UK)
Asia – Ottobre 2025
- 21 ottobre – Goyang (Seoul), Goyang Stadium
- 25–26 ottobre – Tokyo, Tokyo Dome
(tre date in Asia)
Oceania – Ottobre–Novembre 2025
- 31 ottobre – 4 novembre – Melbourne, Marvel Stadium (3 date)
- 7–8 novembre – Sydney, Accor Stadium
(5 date Australia) officialcharts.com+5oasisinet.com+5fr.wikipedia.org+5hostelworld.com+2en.wikipedia.org+2it.wikipedia.org+2
Sud America – Novembre 2025
- 15–16 novembre – Buenos Aires, Estadio Más Monumental
- 19 novembre – Santiago, Estadio Nacional Julio Martínez Prádanos
- 22–23 novembre – San Paolo, Estádio do Morumbi
(4 date Sud America, con finale tour il 23 novembre a São Paulo)
Jam e Oasis, due generazioni, un solo mito
Cosa rende i Jam gli “Oasis degli anni ’80”? Per cominciare, entrambe le band hanno incarnato il suono e l’attitudine della propria epoca.
I Jam hanno fatto da colonna sonora all’Inghilterra post-industriale, mentre gli Oasis hanno regalato una voce alla generazione disillusa degli anni ’90. Paul Weller cantava la routine urbana con tagliente poesia, Noel Gallagher scriveva inni da stadio che sembravano promesse di eternità.
E poi c’è una spassionata ammirazione: Noel ha sempre citato Paul Weller tra i suoi maestri e non è un caso che Weller compaia con la sua chitarra in Champagne Supernova, a suggellare un passaggio di testimone tra due decenni lontani ma vicinissimi nell’anima.
Alla fine, Live Forever non è solo una canzone. È un’idea, un’urgenza, una fede laica nel potere salvifico del rock. Che sia grazie a una canzone dei Jam o degli Oasis, poco importa. Let the boys all sing and let the boys all shout… for tomorrow!