Nella mitologia di Go Nagai, Mazinga Z non è solo un robot gigante: è l’archetipo, il capostipite di un intero genere.
Nato nel 1972 sulle pagine del Weekly Shōnen Jump e poco dopo in televisione grazie alla Toei Animation, Mazinga Z fu il primo mecha pilotato dall’interno da un essere umano, concetto che avrebbe influenzato decenni di animazione giapponese.
Prima di lui, i robot erano spesso autonomi, quasi creature vive; Mazinga Z cambiò le regole, trasformando il pilota – in questo caso il giovane Koji Kabuto – in un moderno cavaliere, con il robot come armatura colossale.
Go Nagai costruì attorno a Mazinga Z un mondo cupo e mitologico: mostri meccanici ispirati all’arte antica, nemici che mescolavano iconografie greche, egizie e post-belliche, e un’atmosfera quasi apocalittica.
Questa cornice drammatica era parte di un universo narrativo più ampio, che in seguito avrebbe visto nascere Il Grande Mazinga, UFO Robot Goldrake, Jeeg Robot d’Acciaio e, molti anni dopo, rivisitazioni come Mazinkaiser e Shin Mazinger.
L’arrivo di Mazinga Z in Italia
In Italia Mazinga Z arrivò nel 1978, ma con una storia televisiva particolare. Il primo assaggio fu frammentario: alcune puntate vennero trasmesse nel programma Buonasera con… e in Supergulp! Fumetti in TV, doppiate con voci nuove e senza una sequenza organica.
Il vero lancio nazionale avvenne però il 21 gennaio 1980, quando Mazinga Z debuttò su Rai 1 in fascia pomeridiana.
Era un periodo in cui Goldrake dominava gli ascolti, ma Mazinga Z seppe ritagliarsi uno spazio, complice la sua atmosfera più scura, un cast di personaggi memorabili e – per il pubblico italiano – una sigla coinvolgente che divenne subito oggetto di culto.
Un ricordo personale su Mazinga Z
Conservo ricordi speciali legati a Mazinga Z, che a un certo punto ha persino spodestato Goldrake tra i miei cartoni preferiti.
Il merito era probabilmente di una storia più cupa e apocalittica, mostri iconici e indimenticabili.
Ricordo che diedero il finale (grazie Mamma Rai) mentre da piccolo ero ricoverato in ospedale. C’era un televisore in camera. Mazinga Z che affrontava il suo doppio meccanico e il Generale Nero fu uno scontro veramente avvincente e affatto scontato!
Magia delle magie? Quando uscii dall’ospedale mi fece piacere trovare i miei nonni, zii e cugini che mi attendevano fuori dall’ospedale. Mi avevano preparato un bel regalo: un mangiadischi Penny rosso fiammante e un 45 giri… con la sigla di Mazinga Z!

La sigla italiana di Mazinga Z
La sigla italiana originale di Mazinga Z (1979) fu incisa come singolo dai Galaxy Group – pseudonimo del complesso Pandemonium.
- Autori e arrangiamento: Testo di Dino Verde, musica originale di Michiyaki (Chumei) Watanabe e arrangiamento di Detto Mariano.
- Interprete: Galaxy Group (alias Pandemonium), gruppo noto per altre sigle televisive dell’epoca.
- Stile: il brano si basa sulle musiche giapponesi originali di Watanabe, ma presenta un arrangiamento “italiano” tipico della fine anni ’70, con ritmica energica, cori incalzanti e chitarre elettriche. Il testo di Dino Verde non è una traduzione dell’originale: esalta le gesta eroiche di Mazinga Z, menzionando le armi e i nemici.
Il successo musicale di Mazinga Z e il confronto con Goldrake
Il 45 giri di Mazinga Z vendette circa 300.000 copie, un ottimo risultato ma inferiore ai numeri di Goldrake: la prima sigla di UFO Robot superò il milione di copie vendute, mentre la seconda si attestò intorno alle 700.000. Mazinga Z ebbe quindi un successo più “di nicchia” ma costante, complice la sua programmazione su Rai 1 e il fascino della serie.
Impatto culturale
Ancora oggi la sigla è ricordata con affetto dai fan e viene eseguita in concerti revival. È un brano che ha contribuito a cementare Mazinga Z come simbolo di un’epoca in cui la TV pomeridiana era il regno dei robot giganti e dei sogni d’acciaio.
Differenze con la sigla originale giapponese
La melodia di base è quella composta da Watanabe, ma il testo giapponese di Fumihiko Azuma è molto diverso, più diretto e guerresco, con refrain in giapponese e inglese (“Rocket Punch!”, “Breast Fire!”). L’arrangiamento italiano di Detto Mariano ha un tono più festoso e pop, pensato per il mercato discografico e per rimanere impresso nella mente dei bambini italiani.
I Protagonisti di Mazinga Z
Koji Kabuto

Il protagonista, eroe impulsivo e ribelle, Koji Kabuto è uno studente delle superiori con una vita destinata a cambiare per sempre. Figlio del dottor Kenzo Kabuto e nipote di Juzo Kabuto, eredita dal nonno Mazinga Z, trasformandosi da ragazzo insofferente alle regole a eroe della serie.
Koji non combatte solo per difendere la Terra, ma anche per vendicare il sacrificio di Juzo e l’onore della sua famiglia. Nei suoi gesti c’è il fuoco di un concerto punk: non sempre preciso, ma sempre feroce.
Sayaka Yumi

Figlia del professor Gennosuke Yumi, Sayaka Yumi è la pilota di Afrodite A, il primo robot donna della storia degli anime.
Orgogliosa, competitiva e non priva di sarcasmo, Sayaka non è una semplice spalla romantica: in molte battaglie salva Koji, bilanciando il suo impeto con pragmatismo.
La loro relazione è fatta di battute al vetriolo e momenti di tensione mai del tutto risolti.
Professor Gennosuke Yumi

Il mentore di Koji e Sayaka. Gennosuke Yumi dirige il Laboratorio di Ricerche per l’Energia Fotoatomica, epicentro delle operazioni contro il Dottor Hell.
È il padre scientifico di Afrodite A e l’erede morale delle ricerche di Juzo Kabuto. Se Koji è il pugno di Mazinga, Yumi è la mente che decide quando e come colpire.
I Comprimari
Shiro Kabuto

Fratello minore di Koji, Shiro Kabuto è l’incarnazione dell’innocenza e della curiosità. Non pilota da subito robot, ma osserva, impara, si mette nei guai e a volte fornisce intuizioni che salvano la giornata. È la voce della speranza in un mondo sull’orlo dell’apocalisse.
Boss, Mucha e Nuke

Boss è il bullo diventato amico, pilota del leggendario Boss Borot, costruito con rottami e pezzi di fortuna.
Insieme a Mucha e Nuke, forma il trio comico della serie: inaffidabili, pasticcioni, ma incredibilmente coraggiosi quando la situazione lo richiede.
Sono l’elemento di respiro comico che, in un’epopea così drammatica, impedisce al racconto di soffocare.
Juzo Kabuto

Juzo Kabuto è creatore di Mazinga Z. Muore nelle prime puntate, ma la sua ombra aleggia su ogni episodio.
Il suo lascito a Koji è un’arma capace di fare del ragazzo un dio o un demone. Juzo incarna il mito prometeico: l’uomo che osa dare all’umanità un potere divino, pagando il prezzo più alto.
I Nemici di Mazinga Z
Dottor Hell

Scienziato geniale e completamente privo di scrupoli. Doctor Hell è la mente dietro l’invasione dei mostri meccanici, che pesca dai resti di civiltà antiche e li trasforma in armi. Il suo obiettivo è il dominio assoluto, e ogni sua apparizione è accompagnata da un senso di incombente rovina.
Barone Ashura

Creatura tragica e inquietante, nata dalla fusione di due mummie di sesso opposto. Metà uomo, metà donna, totalmente devoto a Hell, Ashura è un avversario instancabile, pronto a sacrificarsi per la causa. Il suo volto è un’icona dell’animazione anni ’70.
Conte Blocken

Ex ufficiale nazista, sopravvissuto sotto forma di cyborg con la testa innestata su un corpo meccanico.
Meno inquietante di Ashura ma altrettanto letale, Blocken è la dimostrazione che in Mazinga Z anche il passato più oscuro dell’umanità trova un posto nell’arsenale del Male.
I mostri meccanici

Ognuno è un pezzo d’arte e follia: draghi corazzati, guerrieri medievali robotici, creature mitologiche riassemblate in metallo.
Non sono semplici “nemici della settimana”, ma veri simboli delle ossessioni di Go Nagai per la mitologia, la guerra e l’apocalisse tecnologica.
I Mecha di Mazinga Z
Mazinga Z

Il primo della stirpe. Forgiato nella Superlega Z, è pilotato da Koji Kabuto attraverso il Brain Condor che si aggancia alla testa del robot.
Le sue armi – Rocket Punch, Raggi Fotoni, Raggi Ciclonici – sono diventate un lessico comune per intere generazioni.
Chi lo guida? Sempre e solo Koji.
Chi è nato prima, Mazinga o Mazinga Z? Non esiste “Mazinga” senza la Z: Mazinga Z è l’originale, il capostipite.
Afrodite A

Il robot donna di Sayaka Yumi. Creata per compiti pacifici, è stata adattata al combattimento con i celebri Oppai Missili. Simbolo di femminilità armata, ha aperto la strada a figure mecha femminili nelle opere successive.
Grande Mazinga

Arriva dopo la distruzione di Mazinga Z, pilotato da Tetsuya Tsurugi.
Qual è il Mazinga più forte? Tecnicamente Great Mazinger supera Z in velocità, resistenza e armamento. Tuttavia, il carisma pionieristico di Z resta insuperabile.
I Remake e le rielaborazioni
Mazinkaiser
Versione iperpotenziata del mito, nata come fan service e poi protagonista di una serie OAV. Mazinkaiser è più grande, più resistente e armato di tutto ciò che i fan avrebbero voluto vedere nel 1972.
Shin Mazinger Z
Reinterpretazione barocca e spettacolare di Yasuhiro Imagawa, che rimescola origini, personaggi e mitologia, aggiungendo un senso epico quasi biblico.
Mazinger Z: Infinity
Film del 2017 che funge da seguito ufficiale della serie classica. Racconta un Koji adulto, pronto a tornare in battaglia di fronte a una nuova minaccia, in una storia che chiude il cerchio ma lascia spazio alla leggenda.
Un punto di ripartenza

Guardare oggi Mazinga Z è come spalancare la finestra di una stanza che non apri da quarant’anni e ritrovarti di fronte a un Medioevo futuristico: castelli volanti, cavalieri di ferro e un’aria che sa di ruggine e polvere da sparo.
Non combattono per un regno: combattono perché se smetti, il mondo finisce. Punto.
Se Mazigna lo rifacesse Diane Keaton, lo vedresti su pellicola 16mm, con Koji e Sayaka che discutono d’amore e morte sotto un cielo apocalittico, lei con il cappello a tesa larga, lui col pugno razzo in standby. Se lo recitasse Al Pacino, ci sarebbe un’inquadratura stretta, un sorriso storto, e quella frase: “Say hello to my little robot!” – prima che il cielo si riempia di missili e lampi rossi.
E poi torni nel presente, dove Trump e Putin si muovono come due strateghi da Risiko che si sono convinti di essere personaggi di One Piece: il problema è che non hanno la fantasia di Eiichiro Oda e al posto di mappe del tesoro stringono solo mappe geopolitiche.
Mazinga Z ti ricorda che si può essere epici senza essere cinici, che il nemico più grande è quello che ti convince a smettere di crederci.
Mazinga Z non è solo un cartone: è un pugno d’acciaio sospeso a mezz’aria, che ti tiene sveglio finché non capisci da che parte colpire. Una sberla atomica a prova di ruggine.
Test finale: quale personaggio di Mazinga Z sei?
E tu? Ti sei mai chiesto quale personaggio di Mazinga Z sei? Ecco 10 domande per scoprire il personaggio (più o meno iconico) che più ti rappresenta… Sei pronto a pilotare il destino? 🚀

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