C’era un tempo in cui il rumore di un giornalino che si apriva era un colpo di batteria in pieno petto, il rullante che annuncia la libertà prima che tu sappia anche solo cosa sia.
L’edicola era un altare di plastica e metallo, un’esplosione di colori che ti bruciava le retine. In mezzo a tutta quella baraonda di carta stampata c’era lui: Cioè. Formato tascabile, carta lucida come un vinile nuovo, titoli che ti urlavano “amore!” e “amicizia!” a sangue, come se il mondo intero fosse una festa continua di sedicenni che non hanno mai sentito parlare di tasse, guerre o bollette.
Lo prendevi in mano e già eri altrove: l’odore d’inchiostro ti montava in testa, si mescolava ai sogni, ai poster stropicciati e alle confessioni in caps lock sugli idoli pop — Madonna col rossetto che ti sfida, Tom Cruise col sorriso da cartellone pubblicitario di un’America che non hai mai visto ma che è già casa tua.
Fondato nel 1980, Cioè è stato il compagno di banco di intere generazioni di adolescenti italiani, il foglio segreto che passavi sotto il banco, il manifesto di un’epoca in cui l’universo si misurava in colonne di consigli d’amore e quiz idioti come “Quanto sei innamorata da 1 a 10?”. Lo facevi in cameretta o sotto l’ombrellone, con il cuore che batteva come se avessi trovato il Santo Graal in un chiosco di gelati.
Poi, gennaio 2025: addio a Cioè. Lo sapevamo, certo, le voci correvano, ma vederlo sparire dall’edicola è stato come svegliarsi e scoprire che il jukebox all’angolo non suona più.
Al suo posto: Cioè Max, la versione in formato gigante, patinata, stagionale. Lo compri ancora, magari. Ma non ha più quel rumore, quel fruscio di carta sottile che ti diceva che lì, tra quelle pagine, il mondo era ancora giovane e lo eri anche tu.
Il rito settimanale delle pagine patinate

Andare in edicola non era un’azione: era un rito. Subito dopo scuola, con la paghetta stretta in mano, puntavi dritto allo scaffale dei periodici. C’erano giornali per adulti, quotidiani, riviste di moda patinate… ma per noi c’era solo lui, il giornalino Cioè.
Aprirlo era come entrare in una stanza segreta: le pagine erano una mappa di segreti e rivelazioni, di amicizia e primi amori.
Tra una foto di Madonna in giacca di pelle e un sorriso da copertina di Tom Cruise, c’era spazio per intrattenimento e confessioni. E i test!
In un’epoca pre internet, “Quanto sei innamorata da 1 a 10?” aveva un’autorità quasi scientifica: se il risultato diceva 9, era praticamente un verdetto divino.
E poi i poster: piegati con cura e custoditi come reliquie. Li attaccavi in camera, li cambiavi a seconda della cotta del momento, ogni volta che li guardavi, ti sembrava di far parte di qualcosa di più grande.
Una guida mascherata da intrattenimento

Dietro i colori sgargianti, Cioè era una vera guida per affrontare i problemi dell’adolescenza. Non c’era solo la rubrica di moda o il gossip leggero: c’erano storie che parlavano di insicurezze, del rapporto con i genitori, della paura di non piacere.
Era un tempo senza social media, senza YouTube, Instagram o TikTok: se volevi un consiglio, non c’era Google. C’era Cioè.
Le sue pagine ti facevano capire che, anche se eri convinta di essere l’unica a vivere certi drammi, in realtà c’erano migliaia di ragazze nella tua stessa barca. Ti aiutava a sentirti meno sola, e a volte bastava quello per affrontare la giornata.
C’erano anche momenti di leggerezza irresistibile: consigli di trucco improbabili, look da copiare alla lettera, oroscopi che consultavi religiosamente prima di ogni decisione importante (o almeno così ti sembrava). Eppure, in mezzo a quella patina di glitter, Cioè riusciva a parlarti dritto al cuore.
La storia del giornalino Cioè

Grazie a un mix di gossip leggero, consigli utili e toni confidenziali, Cioè diventa presto un fenomeno di costume.
Entro la fine degli anni Ottanta Cioè raggiunge il suo apice: le vendite sfiorano le 300.000 copie settimanali, collocando la testata tra le più lette in assoluto dai giovani.
In questo periodo il direttore Giorgio Pacifici (affiancato dalla caporedattrice Marina Mannino) rinnova grafica e contenuti, portando Cioè ai massimi storici di popolarità.
Ogni numero è attesissimo in edicola: immensi poster dei divi del momento adornano le camere di migliaia di teenager, e i gadget – dai piccoli trucchi agli accessori di bigiotteria – diventano collezionabili cult.
Celebre fu, ad esempio, l’allegato braccialetto dell’amicizia così come i lucidalabbra colorati, oggetti semplici ma amatissimi.
In quegli anni la rivista ospita anche inserti speciali: uno su tutti L’Eco dei Sorcini, un “giornale nel giornale” ideato da Marco Iafrate in collaborazione con il cantautore Renato Zero, dedicato ai fan (detti appunto “sorcini”) dell’artista.
Questo inserto – insieme a rubriche come la posta del cuore, i test psicologici e l’oroscopo – contribuì a fidelizzare una comunità di lettrici che si riconoscevano nello stile fresco e coinvolgente di Cioè.
La formula editoriale, fatta di quiz divertenti, consigli di bellezza alla portata di tutte e linguaggio informale, riesce così a intercettare i sogni e le insicurezze di una generazione, facendone un punto di riferimento assoluto.
Sette ragioni per cui amavano Cioè
- I poster leggendari: una galleria infinita di facce che hanno tappezzato stanze e sogni.
- I test improbabili: dal “Quanto sei innamorata da 1 a 10?” a domande degne di un oracolo pop.
- I consigli d’amore che sembravano arrivare da un’amica più grande, saggia e un po’ ironica.
- La rubrica di moda capace di farti provare abbinamenti che oggi definiremmo coraggiosi.
- Gli oroscopi letti di nascosto, persino da chi dichiarava di non crederci.
- I gadget: braccialetti di plastica, lucidalabbra, sticker, e la mitica gommina a forma di cuore.
- Le lettere: confessioni in pubblico, seguite da risposte che ti facevano sentire capita.
Il mitico test di Cioè
✨ Ragazze, è arrivato il momento di scoprirlo! ✨
Sei tipo da cotta passeggera o da amore che fa battere il cuore anche quando piove a dirotto?
Con questo super-mega test in stile Cioè puoi misurare il tuo livello di innamoramento da 1 a 10…
Rispondi d’istinto, senza pensarci troppo, e lascia che le domande ti portino in giro tra sogni a occhi aperti e piccole confessioni da diario segreto.
Alla fine scoprirai se il tuo cuore è:
💌 Appena in fiore (primi battiti)
💖 Cotta dichiarata (sorrisi e farfalle)
❤️ Amore grande (progetti e complicità)
🔥 Passione alle stelle (cuori a raffica!)
Pronta? Allora via… primo battito!
Quanto sei innamorata da 1 a 10?
Ogni volta 10 domande casuali su amore, meteo, film, paure, Spider-Man, stagioni, regioni, mare, fuochi d’artificio, fascino, De Gregori… 💘
Domande e risposte dal futuro
Cioè esiste ancora?
Sì, ma non com’era. Dopo la chiusura del gennaio 2025, vive come Cioè Max, edizione maxi stagionale in edicola e presente sui social media ufficiali.
Quando esce in edicola Cioè?
Solo per numeri speciali, ogni due o tre mesi, annunciati online.
Quanto costava il Cioè negli anni ’80?
Circa 600 lire nel 1980, salite a poco più di mille verso la fine del decennio. Un biglietto economico per entrare in un’altra epoca.
Quanti anni ha il periodico Cioè?
Dal 1980 al 2025: 45 anni di storia, un capitolo fondamentale della cultura pop italiana.
Il lascito più grande di Cioè? Averci insegnato, senza mai dirlo apertamente, che crescere non è un viaggio da affrontare da soli. Ogni volta che ci capita in mano un vecchio numero, tra un poster stropicciato e un test ormai fuori moda, capiamo che non era solo una rivista: Cioè era un pezzo della nostra adolescenza.