Tell everybody
Waitin’ for Superman
That they should try to hold on nest they can – Flaming Lips
La nuova era DC è in fermento: l’instancabile filmaker James Gunn – ora a capo dei DC Studios – sta ricostruendo un universo cinematografico da zero, e ogni giorno i fan cercano il minimo indizio sui suoi prossimi progetti.
In queste settimane, ad esempio, abbiamo visto nuove foto di Milly Alcock nei panni di Supergirl, sbriciando nuovi dettagli sull’attesissimo primo film stand-alone dedicato alla supereroina DC.
Come saprete, Supergirl viene introdotta nel nuovo film di Superman con un cameo, pensato proprio per lanciare il film Supergirl di Craig Gillespie che uscirà il 26 giugno 2026.
La pellicola è prodotta dallo stesso Gunn insieme a Peter Safran per DC Studios e promette di presentarci una Kara Zor-El molto diversa dal solare cugino kryptoniano. Insomma, DC Studios è al lavoro per regalarci eroi vecchi e nuovi sul grande schermo.
Ma non siamo qui a parlare di cinecomic. Mentre Gunn e soci rivoluzionano l’immaginario supereroistico al cinema, a casa sto portando avanti un progetto più modesto ma non meno appassionante: la scrittura di un nuovo album.
Finora ho composto sei canzoni. Sto lavorando alla settima, una traccia ispirata alle nefandezze della guerra.
L’idea generale è quella di dipingere un mondo tanto reale quanto distopico, dove un ragazzo e una ragazza cercano di tenere duro in una realtà che li ha delusi, feriti e abbandonati. Due giovani senza mantello né superpoteri, ma che combattono ogni giorno per cercare sogni ed evasioni che gli permettano di tirare avanti. È il tema portante della prima canzone, che dà il “la” a tutto il disco, come un prologo in cui presento i miei anti-eroi quotidiani (altro che Justice League!).
E allora, di cosa parlano queste canzoni? Ecco qualche dettaglio su questo universo musicale:
- Resistenza distopica: un brano che apre l’album immergendoci in una città disillusa e post-moderna. Un ragazzo e una ragazza si trovano fianco a fianco in un mondo reale ma venato di distopia, cercando di sopravvivere a promesse infrante. È la mia versione intima di una saga eroica: niente alieni o raggi laser, solo due giovani che provano a salvarsi a vicenda dalle macerie emotive di quella follia spietata che sta diventando il mondo.
- Credere in noi stessi: un altro pezzo è un invito a credere in noi stessi quando tutto sembra perduto. Ci ho messo dentro un’immagine un po’ folle: un Dio capriccioso che, stanco dei problemi del mondo, decide di dimenticarsene e farsi un giro in motorino, come Nanni Moretti nei suoi film più iconici, zigzagando per le strade invece di aggiustare le cose. In un mondo così, non arriva nessun Superman a salvarci: tocca a noi trovare la forza interiore per andare avanti, tra ironia e amarezza.
- Fuga Romantasy: C’è poi una canzone ispirata al trend recente dei romanzi romantasy – quelle storie fantasy romantiche che affollano le librerie e i consigli di BookTok. Ho voluto omaggiare quella bramosia di evasione dalla realtà e di ricerca di una nuova identità, in modo altrettanto… romantico! Qui la protagonista sogna ad occhi aperti mondi incantati e amori con guerrieri e creature magiche, perché a volte rifugiarsi in una favola è l’unico modo per sopportare la banalità di giornate sempre uguali. Il ragazzo che cerca di attirare la sua attenzione non riesca a raggiungerla, così come un mondo esterno sempre più invadente e affamato di privacy. La musica mescola suggestioni ’80s e un pizzico di disincanto, come un ballo agrodolce tra il reale e l’immaginario.
- Bobby Solo nel metaverso: un altro brano fa il verso alle canzoni anni ’60 alla Bobby Solo, ma con un twist da nerd videoludico. Immaginate una melodia vintage, di quelle da jukebox consumato, però con il testo che parla di mondi fantasy pensati per la Playstation! È un pezzo a metà tra parodia affettuosa e critica divertita: prendo la spensieratezza di un motivetto alla Bobby Solo e la uso per cantare di draghi pixelati, amori a distanza tra avatar e quest impossibili da completare. Un modo per dire che anche nei videogiochi cerchiamo sogni e avventure, oggi come negli anni ’60 si cercava l’amore davanti a un juke-box.
- L’astronauta timido: Questa canzone racconta le emozioni di un ragazzo indissimo e un po’ emo alla fine di una festa. Si sente come un astronauta bloccato sulla sua base lunare, incapace di muovere un passo per confessare il suo amore a quella ragazza che gli piace. Paralizzato dalla paura proprio, alla deriva del suo spazio emotivo, osserva la Terra (e la festa) da lontano senza riuscire a tornare con i piedi per terra. Musicalmente, fluttua tra atmosfere eteree e lisergiche ala Syd Barret e un crescendo che funge da forza gravitazionale. Se solo trovasse il coraggio di atterrare…
- il potere taumaturgico del tempo: un’altra canzone tocca il tema del tempo che passa e di come influenzi il processo di guarigione da un lutto o dalla perdita di un amore. Parlo di quel sentimento che sembrava invincibile e invece ci ha abbandonato, lasciandoci spaesati. Racconto di notti insonni, ricordi che affiorano a tradimento, piccole luci in fondo al tunnel. È una ballata agrodolce, con echi lontani di speranza, perché a volte lasciar andare è l’unico atto eroico possibile.
Continuerò ad aggiornare queste pagine man mano che il progetto prende forma. Nota dopo nota, canzone dopo canzone, sto creando qualcosa che spero voli un po’ più dritto della Supergirl ubrica di James Gunn, alla ricerca di una via di fuga tutta sua. In un mondo spesso deludente (per usare un eufemismo), abbiamo tutti bisogno di credere in qualcosa. Magari basta una canzone!