Pac man è più di un semplice videogioco degli anni Ottanta: è un fenomeno culturale, una vera e propria icona pop che ha segnato indelebilmente l’immaginario collettivo di un’intera generazione. Nato nel 1980 in Giappone dalla fantasia di Toru Iwatani, Pac man ha dato vita a infinite incarnazioni, versioni e derivazioni, diventando molto più di un semplice passatempo.
La nascita di Pac man
Il termine “Pac” deriva da una traslitterazione onomatopeica della parola giapponese 「パクパク」(paku-paku), che viene usata per descrivere il suono o il movimento della bocca che si apre e si chiude rapidamente mentre si mangia — un po’ come “gnam gnam” in italiano o “munch munch” in inglese.

Pac man vide la luce grazie alla creatività di Toru Iwatani, designer della Namco, che nel 1979 ebbe un’intuizione osservando casualmente una pizza alla quale… mancava una fetta!
Questa forma semplice e immediatamente riconoscibile, che richiamava visivamente una bocca spalancata pronta a divorare, divenne rapidamente il protagonista perfetto per un gioco che voleva attrarre un pubblico più ampio, comprese le donne, all’epoca poco interessate ai videogiochi tradizionali, spesso incentrati su combattimenti spaziali e sparatorie.
Così, una semplice pizza incompleta si trasformò in un personaggio destinato a conquistare milioni di appassionati in tutto il mondo, superando ogni barriera generazionale e culturale.
Come funziona il gioco di Pac Man originale
Il gameplay di Pac man era tanto semplice quanto geniale. Il giocatore controllava il protagonista, una creatura gialla rotonda, attraverso un labirinto pieno di puntini da divorare.
Il compito era raccogliere tutti i puntini evitando contemporaneamente quattro fantasmi che lo inseguivano.
Alcuni puntini speciali permettevano a Pac man, per breve tempo, di diventare invincibile e mangiare a sua volta i fantasmi, ribaltando la dinamica di gioco e creando una tensione divertente e coinvolgente.
Tutte le incarnazioni di Pac man
Nel corso degli anni, il gioco originale di Pac Man è stato seguito da numerose varianti che hanno cercato di rinnovare e ampliare l’universo del piccolo eroe giallo.
Miss Pacman
Miss Pacman introdusse un personaggio femminile, immediatamente riconoscibile per il suo fiocco rosso e il rossetto.
Questa variante non fu semplicemente un restyling estetico: presentava infatti nuovi labirinti, schemi più complessi e dinamici, e frutti bonus che cambiavano posizione nel corso della partita, incrementando notevolmente il livello di difficoltà e la velocità di gioco.
L’elemento di novità e freschezza contribuì a renderlo un enorme successo commerciale e culturale, tanto da superare, in popolarità, persino il gioco originale in molte sale giochi degli anni Ottanta.
Pacman Junior
Pacman Junior fu ideato per coinvolgere un pubblico più giovane, presentando una difficoltà significativamente ridotta rispetto alle versioni originali.
Il gioco offriva ambientazioni vivaci, personaggi più amichevoli e colori brillanti che attiravano immediatamente l’attenzione dei bambini.
Pacman Junior introduceva elementi narrativi semplici e divertenti, accompagnati da effetti sonori accattivanti e animazioni coinvolgenti, che lo resero uno dei preferiti dai bambini dell’epoca, contribuendo così ad ampliare ulteriormente il bacino di fan di Pac man.
Pac-mania
Pacmania portò l’esperienza classica di Pac man verso nuove vette di dinamismo e colore, introducendo una prospettiva isometrica che offriva profondità e movimento in verticale, rompendo per la prima volta la rigidità bidimensionale del labirinto.
In Pac-mania, Pac man non solo divorava puntini e schivava fantasmi, ma lo faceva all’interno di ambientazioni vivaci, animate e ricche di dettagli, in cui la velocità aumentava progressivamente e i livelli si susseguivano con nuovi pattern e ostacoli.
La grafica colorata, le musiche allegre e l’introduzione di salti – una novità assoluta per la saga – resero Pac-mania una reinterpretazione brillante e moderna del classico, capace di catturare nuovi giocatori senza tradire l’essenza del gameplay originale.
Anche i fantasmi si facevano più agili e imprevedibili, con comportamenti adattivi alle nuove dinamiche del gioco.
Pac-mania era un Pac man proiettato nel futuro, ma con il cuore ben saldo nel suo inconfondibile passato arcade.
Pacland
Pacland rivoluzionò completamente il concetto originale, trasformando Pac man da semplice eroe di labirinti in protagonista di un coinvolgente gioco platform a scorrimento orizzontale. In questa versione, il personaggio affrontava un’avventura articolata in più livelli, ricchi di ambientazioni colorate, ostacoli da superare come precipizi e piattaforme mobili, e nemici completamente nuovi che andavano ben oltre i tradizionali fantasmi.
Pacland introdusse missioni e obiettivi specifici che stimolavano ulteriormente l’interesse dei giocatori, contribuendo a rinnovare l’entusiasmo attorno al celebre personaggio giallo.
La Pac Mania degli anni ’80
La vera esplosione di popolarità di Pac man si verificò tra il 1984 e il 1985, periodo in cui venne trasmessa la celebre serie animata “Pac-Man: The Animated Series”, prodotta da Hanna-Barbera.
Il cartone animato raccontava le avventure quotidiane di Pac Man e della sua famiglia nella città di Pac-Land, spesso impegnati a contrastare i piani dei fantasmi, guidati dal malefico Mezmaron.
Il chara design della serie si differenziava nettamente dalla grafica minimalista e pixelata dei cabinati arcade: Pac man e gli altri personaggi vennero rappresentati con forme più morbide e arrotondate, colori più vivaci e espressioni più definite, tipiche dello stile di animazione di Hanna-Barbera.
Questa scelta estetica rese i personaggi più accattivanti e riconoscibili per un pubblico giovane, favorendo ulteriormente il successo del cartone animato.
Ogni episodio univa comicità, avventura e un pizzico di morale, contribuendo a consolidare ulteriormente la fama del personaggio tra il pubblico più giovane.
Grazie al successo della serie di Pac Man, la “Pac mania” si diffuse rapidamente, invadendo ogni aspetto della vita quotidiana: dai diari scolastici agli astucci, dalle magliette ai poster, Pac man divenne un’icona onnipresente, amata e riconosciuta ovunque.
Gadget e merchandising di Pac Man

La popolarità di Pac man si tradusse in una quantità impressionante di gadget e articoli di merchandising. I più amati erano senza dubbio gli articoli scolastici: quaderni, penne, cartelle e astucci erano decorati con immagini di Pac man e dei suoi inseparabili fantasmi.
Anche i giochi da tavolo non sfuggirono al fenomeno: il gioco da tavolo di Pac man, prodotto da Milton Bradley, divenne un must per i pomeriggi in famiglia e tra amici.
Il tabellone riproduceva un labirinto tridimensionale e colorato, all’interno del quale i giocatori muovevano le pedine a forma di Pac man dotate di una bocca meccanica apri-e-chiudi, con cui raccogliere delle piccole sfere gialle che rappresentavano i puntini del gioco.
Ogni giocatore cercava di “mangiare” il maggior numero possibile di puntini, evitando nel frattempo i fantasmi mossi dagli avversari.
Il regolamento era semplice ma dinamico e riusciva a ricreare con sorprendente fedeltà l’atmosfera tesa e frenetica del videogioco originale.
Le partite erano brevi e intense, e il gioco risultava tanto divertente per i bambini quanto coinvolgente per gli adulti, grazie anche alla componente fisica e tattile che il videogioco, per sua natura digitale, non poteva offrire.
Pac man su tutte le consolle

Pac man non si limitò alle sale giochi. Il successo mondiale fece sì che fosse rapidamente convertito per praticamente tutte le consolle disponibili all’epoca, con versioni ufficiali, porting e adattamenti più o meno fedeli.
Ecco un elenco cronologico delle principali versioni su console, computer e dispositivi standalone su cui è apparso Pac Man:
- 1981 – Game & Watch: prima versione standalone portatile prodotta da Nintendo, con grafica monocromatica su schermo LCD.
- 1982 – Atari 2600: tra le versioni casalinghe più vendute, ma criticata per la grafica e il sonoro poveri.
- 1982 – Intellivision: versione visivamente più dettagliata, con controlli più raffinati.
- 1982 – ColecoVision: fedele all’arcade, apprezzata per fluidità e fedeltà grafica.
- 1983 – Commodore 64: versione ufficiale pubblicata da Atarisoft, con adattamenti per le capacità del sistema.
- 1983 – Apple II: port con grafica semplice ma giocabilità solida.
- 1984 – ZX Spectrum: distribuito con il nome alternativo “Pacmania” o versioni clone per limiti di licenza.
- 1990 – NES (Nintendo Entertainment System): ottima trasposizione che rese il gioco accessibile a una nuova generazione.
- 1991 – Game Boy: versione portatile in bianco e nero, molto diffusa negli anni ’90.
- 1993 – SNES e Sega Genesis: versioni più fluide, in raccolte arcade o standalone.
- 1995 – Sony PlayStation: incluso in raccolte retro come “Namco Museum”.
- 1999 – Game Boy Color: versione colorata e ottimizzata per il portatile Nintendo.
- 2001 – Game Boy Advance: parte della serie “Classic NES Series”.
- 2002 – Xbox e PlayStation 2: presente in raccolte multipiattaforma.
- Dal 2000 in poi – dispositivi mobili, smart TV e console moderne: versioni digitali, remake 3D e app, come “Pac-Man Championship Edition”.
Ogni piattaforma ebbe la sua versione di Pac man, ciascuna con caratteristiche uniche e adattamenti specifici che cercavano di sfruttare al meglio le potenzialità della macchina.
I fantasmi di Pac man e le loro personalità

I fantasmi sono personaggi fondamentali nell’universo di Pac man, ciascuno dotato di una personalità ben definita e di uno stile di inseguimento unico. Questo rendeva ogni partita imprevedibile e strategicamente complessa. Ecco un elenco dei quattro fantasmi principali:
- Blinky
- Colore: Rosso
- Nome originale giapponese: Akabei
- Punti quando mangiato sotto effetto della power pellet: 200, 400, 800, 1600 (in sequenza)
- Difficoltà: Alta
- Personalità: Aggressivo
- Comportamento: Insegue Pac man direttamente, seguendone sempre il percorso. Dopo aver mangiato un certo numero di pallini, aumenta la sua velocità, diventando particolarmente minaccioso.
- Pinky
- Colore: Rosa
- Nome originale giapponese: Pinky
- Punti: 200, 400, 800, 1600 (in sequenza)
- Difficoltà: Media
- Personalità: Tattico
- Comportamento: Cerca di anticipare i movimenti di Pac man e di posizionarsi di fronte a lui, piuttosto che inseguirlo direttamente.
- Inky
- Colore: Azzurro
- Nome originale giapponese: Aosuke
- Punti: 200, 400, 800, 1600 (in sequenza)
- Difficoltà: Imprevedibile
- Personalità: Ansioso
- Comportamento: Il suo movimento è determinato da una combinazione della posizione di Pac man e di Blinky, rendendolo il fantasma più difficile da prevedere.
- Clyde
- Colore: Arancione
- Nome originale giapponese: Guzuta
- Punti: 200, 400, 800, 1600 (in sequenza)
- Difficoltà: Bassa
- Personalità: Indeciso
- Comportamento: Quando si trova lontano da Pac man lo insegue, ma una volta vicino cambia direzione e si allontana. Questo comportamento lo rende meno minaccioso ma anche più imprevedibile nei momenti chiave.
Queste dinamiche comportamentali, unite alle loro variazioni di velocità e traiettorie, aggiungevano profondità al gioco e obbligavano i giocatori a sviluppare strategie sempre più raffinate per sopravvivere nel labirinto.
Per un pugno di pixel

Pac man non è soltanto un gioco, ma una pagina importante della storia della cultura popolare. Ha saputo evolversi, reinventarsi e adattarsi ai gusti di ogni generazione, mantenendo intatta la sua capacità di coinvolgere e divertire.
A distanza di tanti anni, Pac-Man è ancora là che corre. Sempre affamato, sempre inseguito. Ma che poi, diciamolo: chi di noi non ha mai avuto la sensazione di vivere in un labirinto? Si nasce, si gira l’angolo, si mangia un pallino, si scappa da un fantasma. Ogni tanto, se ci dice bene, ci capita pure la pillola grossa, quella che ci fa sentire invincibili. Ma dura poco. Come i momenti belli.
C’era chi diceva che Pac-Man fosse solo un giochino per bambini. Ma per me era una filosofia. Un’idea di pace, di strategia priva di violenza: niente bombe, niente pistole… solo un omino giallo che, invece di combattere, scappa, si nasconde, poi magari torna e si prende una rivincita — ma senza cattiveria.
Se McCartney gli avesse dedicato una canzone, magari avrebbe scritto una ballata dolce, coi cunicoli che diventano ricordi d’infanzia e i fantasmi non fanno paura, ma sono quelli che ci portiamo dentro: l’amico che non sentiamo più, la ragazza che abbiamo lasciato, l’estate dell’84.
Pac-Man è nato “quadratino”, ma è diventato una persona senza l’aiuto di qualche fatina. A furia di correre… ha fatto il salto! È passato dall’essere un mucchietto di pixel a diventare un simbolo.
E chissà, forse pure i fantasmi, ogni tanto, si fermano a guardarlo passare. Con rispetto. Perché, diciamocelo, non è da tutti campare quarant’anni correndo in tondo senza perdere mai il sorriso. Per quanto ce la farà il nostro amico giallone a evitare gli ostacoli? Nel dubbio, inserisco un altro gettone.