Si narra che in uno studio abbandonato in syndication nel Sud Africa sia stata ritrovata una VHS misteriosa.
Etichetta strappata, audio disturbato, dal fruscio emerge insospettabilmente un episodio perduto dell’A-Team.
In questa puntata, mai trasmessa, Hannibal e la sua squadra progettano di liberare lo stuntman Cliff Booth, ingiustamente arrestato al posto del noto attore hollywoodiano Rick Dalton, per portarlo a vedere l’alba su una spiaggia di Cesenatico. Questo articolo ricostruisce fedelmente il piano segreto trascritto dal nastro, con i personaggi dell’A-Team presentati in un brief di missione e diverse curiosità sulla serie.
Il piano di Hannibal: “Operazione Cliff”
Il caso Cliff Booth è scaturito quando l’asso dei cascatori è stato scambiato per Rick Dalton e ingiustamente arrestato e rinchiuso nel carcere di massima sicurezza di Los Angeles, lasciato a marcire nel braccio dei sospettati per reati violenti.
L’A‑Team è stato richiamato per scagionarlo e restituirgli l’onore perduto.
Ciascun componente mette a frutto la propria esperienza, dalle tattiche dei corpi speciali dell’esercito USA vissute in Vietnam alla precisione maturata durante la leggendaria fuga dal carcere di Hanoi, contribuendo con la propria abilità per garantire un’evasione impeccabile e restituire a Cliff la libertà e l’alba sulla spiaggia di Cesenatico.
Ecco i dettagli del piano.
- Fuga dal carcere di massima sicurezza (memoria Hanoi): è pianificata meticolosamente sulla base di mappe e rilievi, si avvale di strumenti ad hoc e mezzi leggeri. Hannibal e Sberla gestiscono l’apertura dei sistemi di sorveglianza, Murdock garantisce la copertura aerea e P.E. Baracus neutralizza le guardie chiave. Una manovra sincronizzata e audace, degna dei corpi speciali dell’esercito, per restituire a Cliff Booth la libertà e la giustizia che merita.
- Prelievo e scagionamento di Cliff Booth: Sberla e Hannibal aggirano sistemi di sorveglianza e serrature blindate, sfruttando astuzia e precisione militare. Murdock, al posto di comando sulla torre di controllo, disturba le frequenze radio e gestisce la distrazione dei secondini, mentre P.E. Baracus, con forza e determinazione, neutralizza gli accessi chiave e garantisce la via di fuga. In pochi istanti, la squadra entra ed esce come un commando invisibile, restituendo a Cliff Booth la libertà e la chance di contemplare l’alba sulla spiaggia di Cesenatico.
- Trasporto sulla spiaggia di Cesenatico per ammirare l’alba: Hannibal e Sberla si occupano dei mezzi e dei trasporti, assicurandosi che ogni dettaglio logistico sia rispettato. Murdock sorveglia la strada dall’alto, pronto ad avvisare la squadra di eventuali imprevisti, mentre P.E. Baracus, al volante del furgone blindato, guida con determinazione e precisione. Insieme, trasportano Cliff Booth fino alla spiaggia, trasformando l’alba in un simbolo di libertà e rivincita dopo la lunga lotta e la fuga dal carcere di Los Angeles.
Nessun dettaglio è lasciato al caso, ogni fase è progettata per garantire l’esecuzione impeccabile e il successo della missione.
Scheda dell’A-Team: i protagonisti della missione
Prima di entrare nel dettaglio dei personaggi, è importante comprendere chi è e che ruolo riveste l’A‑Team: un leggendario gruppo dei corpi speciali dell’esercito degli Stati Uniti, veterani della guerra del Vietnam e specialisti in missioni impossibili. Ecco chi sono, uno per uno.
John “Hannibal” Smith

Il comandante dal sigaro perenne, astuto stratega e amante dei travestimenti, è la mente brillante e carismatica dell’A‑Team, un veterano dei corpi speciali dell’esercito americano con trascorsi significativi nel Vietnam, abile nel mascheramento e nell’analisi dei sistemi di sorveglianza, capace di trasformare ogni missione in un capolavoro tattico e umano.
Nella finzione televisiva, Hannibal è interpretato dal leggendario George Peppard, noto per aver recitato in “Colazione da Tiffany” e aver portato sullo schermo la sua presenza carismatica e versatile.
Nella serie A‑Team George Peppard trasmette intensità e ironia, rendendo Hannibal uno dei personaggi più amati e iconici della TV anni ’80. Il comandante dal sigaro perenne, astuto stratega e amante dei travestimenti.
Templeton “Sberla” Peck

Affascinante e scaltro, abile nel procurare risorse e mezzi, “Sberla” Peck è l’anima diplomatica e astuta dell’A‑Team, capace di accedere a ogni risorsa e pianificare fuori dalle regole.
Templeton è interpretato dall’attore Dirk Benedict, noto per la sua presenza carismatica e per aver dato a “Sberla” un tono scanzonato e affascinante, trasformandolo in un simbolo dei personaggi più amati e iconici della serie.
Prima di diventare “Sberla”, Dirk Benedict aveva interpretato ruoli di rilievo nel mondo televisivo e cinematografico, guadagnandosi una reputazione di attore versatile e affascinante, capace di trasmettere calore e ironia ad ogni personaggio che portava sullo schermo.
“Mad” Murdock

“Mad” Murdock è il pilota fuori di testa e geniale dell’A‑Team, capace di trasformare ogni volo in una danza tra le nuvole e di seminare scompiglio con imprevedibile abilità.
Mad Murdock è interpretato dal carismatico Dwight Schultz, noto per aver dato vita al personaggio con un mix unico di comicità e intensità.
Schultz è inoltre celebre per aver interpretato il tenente Reginald Barclay (soprannominato “Broccoli”) in “Star Trek: The Next Generation” e “Star Trek: Voyager”, lasciando un segno indelebile nel cuore dei fan e consolidando la sua reputazione di attore versatile e amato dal pubblico.
Bosco Albert “P.E.” Baracus

P.E. Baracus è il forzuto dal cuore d’oro e dalle catene d’oro al collo, il pilastro dell’A‑Team capace di unire coraggio e fedeltà in ogni missione. Abile nel combattimento e nell’uso dei mezzi pesanti, Baracus è un veterano dei corpi speciali, un ex paracadutista e meccanico esperto, capace di neutralizzare avversari e aggirare sistemi di sorveglianza con astuzia e forza bruta.
Pessimo Elemento dell’A-Team è interpretato dal leggendario Mr. T, ex wrestler e guardia del corpo diventato icona della cultura pop anni ’80 grazie alla sua presenza scenica e al carisma unico, rendendo Baracus uno dei personaggi più amati e riconoscibili della serie e della televisione mondiale.
Comprimari dell’A-Team
Amy Amanda Allen
Amy Amanda Allen è la reporter coraggiosa e tenace dell’A‑Team, determinata e curiosa, capace di muoversi tra sospetti e indagini con astuzia e passione, sfruttando la sua esperienza nel campo del giornalismo investigativo e la capacità di infiltrarsi e scoprire segreti.
Amanda Allen è interpretata dall’attrice Melinda Culea, la cui presenza scenica e intensità interpretativa hanno reso Amy una presenza essenziale e amata, contribuendo a trasmettere al pubblico l’anima e la determinazione di questo personaggio chiave della serie.
Colonnello Decker
Il Colonnello Decker è l’avversario implacabile e determinato dell’A‑Team, l’uomo che li insegue senza sosta nel tentativo di assicurarli alla giustizia militare.
Decker è interpretato dall’attore Lance LeGault, noto per la sua presenza scenica e per aver recitato in numerose serie e film degli anni ’80, portando al personaggio un mix di rigore e carisma che lo ha reso una figura chiave e temuta nel contesto della serie.
Il Furgone dell’A‑Team: Un’icona su Ruote

Il GMC Vandura nero e rosso dell’A‑Team è molto più di un semplice mezzo di trasporto: costruito sulla robusta base dei furgoni GMC degli anni ‘80, montava un potente motore V8 da 5.7 litri abbinato a una trasmissione automatica a 3 marce e un telaio a longheroni pensato per resistere a carichi e sollecitazioni estreme.
Personalizzato e rinforzato con sospensioni ad alte prestazioni, luci aggiuntive e protezioni antiurto, il furgone dell’A-Team era concepito per unire velocità e solidità, riflettendo lo spirito e la determinazione dei suoi occupanti.
Utilizzato dentro e fuori dal set, amato dal pubblico e temuto dai nemici, è diventato un simbolo visivo dei telefilm anni ‘80 e l’anello di congiunzione tra realtà e leggenda dell’A‑Team.
Curiosità e Aneddoti sull’A-Team
- L’attore Dwight Schultz (Murdock) interpretò Richard Barclay (Broccoli) in “Star Trek: The Next Generation” e “Star Trek: Voyager”.
- Dirk Benedict, noto per aver interpretato “Sberla”, è ancora vivo e attivo nel circuito dei fan, partecipando a convention e interviste.
- Come va a finire A-Team? La serie si chiude con l’assoluzione dei membri e la loro ritrovata libertà, dopo anni di fuga e missioni segrete.
- Le scene d’azione furono concepite con l’assistenza dei corpi speciali e dei veterani del Vietnam per rendere la coreografia realistica.
- Il furgone GMC dell’A‑Team è diventato un’icona dei telefilm anni ’80, tanto che diversi esemplari sono stati venduti e restaurati da collezionisti.
- Le musiche originali, firmate da Mike Post e Pete Carpenter, sono state premiate per la loro capacità di trasmettere tensione e avventura.
- La sigla dell’A‑Team è considerata una delle più riconoscibili della televisione e utilizzata in spot e trailer come citazione culturale.
- Mr. T era noto sul set per la sua abitudine di portare vere catene d’oro e distribuire piccole medaglie come portafortuna alla troupe.
- Le scene di esplosione e di inseguimento erano coordinate da ex stuntman dei corpi speciali, contribuendo a rendere la serie adrenalinica e credibile.
- Le repliche trasmesse nel corso dei decenni hanno trasformato A‑Team in una leggenda della TV, apprezzata da più generazioni e citata in numerosi film e serie come simbolo di lavoro di squadra e coraggio.
La Sigla dell’A-Team: Un Ritmo che Non Invecchia
La sigla dell’A-Team non è soltanto un’introduzione, ma un vero e proprio manifesto sonoro degli anni ’80.
Composta da Mike Post e Pete Carpenter, due maestri del sound televisivo, questa melodia incarna perfettamente lo spirito dell’avventura, della tensione e della spavalderia che la serie trasmette.
Il tema si apre con un ritmo incalzante, sostenuto da percussioni vigorose e linee di sintetizzatori che sembrano tracciare la rotta di un furgone nero e rosso che sfreccia verso l’ignoto.
Ogni nota della sigla dell’A-Team è un invito a un viaggio senza tregua, a una corsa tra esplosioni, inseguimenti e geniali piani da commando.
Curiosità sulla sigla dell’A-Team
- La sigla è stata spesso citata e reinterpretata in decine di film, serie TV e spot pubblicitari, diventando un’icona trasversale che va ben oltre la sua epoca.
- Mike Post e Pete Carpenter collaborarono in numerosi altri celebri temi televisivi, tra cui quelli di Hill Street Blues e Magnum, P.I., consolidando uno stile inconfondibile che ha definito l’atmosfera degli anni ’80.
- L’uso dei sintetizzatori in questo tema fu pionieristico, capace di fondere l’energia dell’elettronica con la grinta dell’azione tradizionale.
- Durante le riprese, la sigla veniva spesso suonata per caricare il cast e la troupe, diventando un inno di squadra e un vero e proprio booster di adrenalina.
- Nel 2010, un remix del tema fu incluso in una raccolta dedicata alle colonne sonore TV cult, riscoprendo così una nuova generazione di appassionati.
- Il tema si presta ancora oggi a reinterpretazioni musicali di vario genere, dall’elettronica al rock, a testimonianza della sua capacità di parlare a epoche diverse.
- Nel doppiaggio italiano, la sigla è stata adattata con cura per mantenere intatta l’energia e la freschezza del pezzo originale, contribuendo a far amare la serie anche nel nostro paese.
- Un dettaglio poco noto: il suono distintivo delle esplosioni e degli effetti speciali nella sigla furono creati utilizzando campionamenti reali di esplosioni di pneumatici e veicoli in corsa.
- Il successo del tema ha contribuito a far diventare l’A-Team un punto di riferimento non solo per la narrativa televisiva, ma anche per la musica leggera e il marketing visivo degli anni ’80.
- Infine, la sigla è considerata uno dei migliori esempi di come la musica possa definire l’identità di una serie, trasformandola in un’icona culturale ancora viva nel cuore degli spettatori.
A-Team: critiche e recensioni alla squadra
All’inizio degli anni ‘80, A‑Team diventa molto più di una semplice serie televisiva: è un fenomeno culturale capace di riflettere e trasformare lo spirito dei suoi tempi. Critici e media dell’epoca ne colgono l’anima e la portata, come testimoniano le recensioni dei principali periodici di quegli anni.
Recensioni dell’epoca come quelle di “Variety” e “TV Guide” lodavano A‑Team per la capacità di mescolare azione e commedia.
“Variety” (1983): “A‑Team è una scarica di adrenalina e humor con un cast unico nel suo genere, capace di coinvolgere e divertire un pubblico trasversale”.
“TV Guide” (1984): “La serie trasforma la guerra in una giostra pirotecnica, eppure trasmette un’anima autentica e profondamente americana, riflettendo le tensioni e i miti dei primi anni ‘80”.
“Panorama” (1985): “Una squadra di eroi fuori schema che incarna lo spirito anarchico dei corpi speciali dell’esercito e riflette la nostalgia e l’ironia dei primi anni ‘80, divenendo simbolo di coraggio e lavoro di squadra”.
Queste citazioni restituiscono l’impatto culturale e critico di una serie che, pur partendo dall’intrattenimento leggero, è entrata nell’immaginario collettivo e nel cuore dei telespettatori di tutto il mondo..
Brief di fine missione
E così, mentre l’alba tinge di rosa la spiaggia di Cesenatico, è arrivato il momento del brief finale.
L’operazione è stata un successo meticolosamente pianificato: Hannibal e Sberla hanno aggirato sistemi e serrature, Murdock e P.E. Baracus hanno garantito la fuga e la copertura dei mezzi e Cliff Booth è tornato libero a contemplare la costa adriatica.
Come al solito, la squadra dell’A-Team è stata accolta da una pioggia di proiettili scagliati a distanza ravvicinata. Anche questa volta il dio delle fiction è stato dalla nostra: neanche una gomma bucata, il furgone è intatto, neppure una goccia di ketchup è stata versata (Sberla si sarebbe arrabbiato di brutto).
Missione compiuta. A-Team è e resterà una leggenda immortale, sospesa tra la realtà della guerra del Vietnam e la finzione scanzonata dei suoi personaggi, un mix irripetibile di azione, risate e cuore.
Hannibal contempla sorridente un punto sospeso tra la spiaggia e l’infinito e si accende un sigaro: “Mi piacciono i piani ben riusciti”.
