Ci sono canzoni che non sono solo canzoni. Sono portali del tempo, dispositivi mnemonici, ponti ologrammi che ci proiettano istantaneamente in un’epoca precisa, mentre un istante si fa eterno. Se dovessi sceglierne una capace di risvegliarmi ricordi felici e spensierati, sarebbe senza dubbio “I Wanna Dance with Somebody” di Whitney Houston.
Questa canzone non è soltanto un brano pop. È un manifesto di ottimismo, una dichiarazione d’intenti: il bisogno di ballare, di sentire il calore di un altro corpo, di non restare soli mentre il mondo gira. È un inno alla gioia, certo, ma anche alla speranza di trovare l’amore prima che la notte finisca. E poi c’è il mio ricordo.
Maggio, un Commodore 64 e la voce di Whitney
Se chiudo gli occhi, sono in grado di rivedere il passato con una nitidezza sorprendente. Come fosse ieri.
Videomusic trasmette a rotazione I Wanna Dance with Somebody. Il televisore illumina la stanza con quei colori saturi tipici degli anni ’80, quando ogni videoclip sembrava una cartolina spedita da una versione migliore del mondo. Fuori, la sera scivola lenta. L’aria è densa di quella tipica elettricità delle notti di maggio, dove tutto è sospeso tra il presente e un’attesa indefinita.
Sono seduto davanti al Commodore 64, il joystick a portata di autofire, mentre il gioco di Short Circuit si carica con la consueta lentezza estenuante. Dieci minuti di schermate psichedeliche, un rituale che oggi sembrerebbe insostenibile, ma che allora era normale, persino poetico, peggio che scaricare un gioco della Play nel 2025. E intanto Whitney canta.
Le rondini fuori sfrecciano felici in mille impennate pirotecniche, intrecciando il loro canto con un ritornello impossibile da evitare. Entra in testa, mi contagia, non esce più.
Oh, I wanna dance with somebody! I wanna feel the HEAT with somebody…
Non era l’hit di una settimana dell’ennesima cometa pop. Col tempo quella stella cadente si sarebbe trasformata in una supernova.
I Wanna Dance With Somebody: il testo

Clock strikes upon the hour
And the sun begins to fade
Still enough time to figure out
How to chase my blues awayI’ve done alright up ‘till now
It’s the light of day that shows me how
And when the night falls, loneliness callsOh, I wanna dance with somebody
I wanna feel the heat with somebody
Yeah, I wanna dance with somebody
With somebody who loves me
Oh, I wanna dance with somebody
I wanna feel the heat with somebody
Yeah, I wanna dance with somebody
With somebody who loves meI’ve been in love and lost my senses
Spinning through the town
Sooner or later, the fever ends
And I wind up feeling downI need a man who’ll take the chance
On a love that burns hot enough to last
So when the night falls
My lonely heart calls
Chi canta “I Wanna Dance with Somebody”?
Una domanda quasi retorica. Se il nome di Whitney Houston non ti dice nulla, probabilmente ti hanno montato le orecchie ieri. Whitney è stata la voce, il punto d’incontro tra tecnica e passione, un’artista che ha saputo abbinare al virtuosismo vocale un’intensità emotiva veramente rara.
Quando incise questa canzone nel 1987, l’industria musicale viveva la sua età dell’oro: il pop dominava il mondo, le radio passavano hit senza sosta e il videoclip era l’arma definitiva per entrare nelle case e nei cuori delle persone. Whitney, con il suo sorriso smagliante e quella potenza vocale inarrivabile, era la regina incontrastata.
Ma la sua non era solo una voce straordinaria. C’era qualcosa di più: una luce, un senso di invincibilità che sapeva di classico.
Eppure, la bellezza di I Wanna Dance with Somebody sta proprio nella sua apparente semplicità: un inno all’amore e al desiderio di ballare, ma con quella sottile malinconia che emerge quando il giorno finisce e la notte porta con sé il peso della solitudine.
I Wanna Dance With Somebody: le cover
Un brano così gifa figo non conosce confini temporali. I Wanna Dance with Somebody ha vissuto molte vite, trasformazioni, adattamenti, mutando forma senza perdere la sua identità.
Alcune versioni hanno cercato di rallentarne il battito, enfatizzando la malinconia del testo:
- Masha Qrella, con la sua versione indie-minimalista, ha tolto i sintetizzatori e i fiati, lasciando spazio a una voce sommessa e rarefatta. Il risultato è un sogno ad occhi aperti, un’interpretazione che trasforma l’ottimismo in nostalgia.
- Bootstraps ha fatto qualcosa di simile, proponendo una ballata acustica che mette in primo piano la vulnerabilità della canzone. Qui il “voler ballare con qualcuno che la ami” diventa quasi una richiesta disperata.
- La cover di I Wanna Dance with Somebody di Scott Matthew è una ballata intima e malinconica, con un arrangiamento minimale di chitarra e archi sommessi. La sua voce fragile trasforma l’energia dell’originale in un sussurro dolceamaro, mettendo a nudo la solitudine nascosta nel testo.
- David Byrne, l’ex leader dei Talking Heads, ha dato alla canzone una veste quasi surreale, come se la stesse reinterpretando per un mondo parallelo.
Ma la verità è che ogni cover funziona perché la canzone ha un’anima universale. È un inno alla vita, e quando qualcosa è scritto bene, puoi vestirlo come vuoi: resterà comunque straordinario.
Un’intervista esclusiva con Captain America

A questo punto volevo chiudere l’articolo con una riflessione speciale, qualcosa di unico. E chi meglio di Captain America avrebbe potuto commentare il vero significato di I Wanna Dance with Somebody?
Il problema? Contattarlo è stato un incubo.
Dopo aver provato a intercettarlo con mille richieste alla Stark Industries, tentativi di triangolazione tramite Nick Fury e persino una breve consultazione con Doctor Strange (che mi ha detto che nel 99,9% delle linee temporali Steve Rogers preferisce stare fuori dai social), ho deciso di inventarmi di sana pianta l’intervista (che a dire il vero ero riuscito a strappargli su una base lunare, salvo poi smagnetizzarsi il nastro su cui l’avevo incisa).
- Steve, se avessi potuto ballare con qualcuno, chi avresti scelto?
- Peggy. Non c’è neanche bisogno di pensarci.
- Quindi questa canzone non è solo una hit da ballare, giusto?
- Esatto. Parla della voglia di non essere soli, di afferrare un attimo di felicità prima che scappi via. Ma c’è un problema: quando aspetti troppo, il ballo diventa il ricordo di un’occasione mancata.
- Ti riferisci al tuo ultimo ballo con Peggy?
- Sì. Ce l’abbiamo fatta, alla fine. Ma quando una vita intera è passata senza quel ballo, anche il tempo recuperato porta con sé una dolce malinconia. È come quella canzone che chiude la serata: se il DJ è bravo la vivi fino in fondo, ma sai che dopo ci sarà il silenzio.
- Quindi in fondo I Wanna Dance with Somebody è un pezzo sul tempo che passa?
- È un pezzo su chi siamo, su chi abbiamo perso e su chi stiamo ancora aspettando. E credimi, dopo tutto quello che ho vissuto, sceglierei il ballo prima della battaglia ogni singola volta.
- Scusami, Cap. Un’ultima domanda: meglio una battaglia contro Thanos o un lento sulle note di questa canzone?
- Ho già affrontato Thanos. Ti dico che un altro ballo non mi dispiacerebbe affatto…